T’illudi per davvero di poter ancora cambiare il Mondo?

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Bella domanda, scaturita d’improvviso in un rigido mattino, sospeso fra la necessità di scrivere una comparsa e l’assente voglia di riprendere le così tanto usate carte. Problema esistenziale direi, di quelli che ti tormentano inutilmente sapendo sin da subito che nessuno potrebbe davvero fornire una soddisfacente risposta. Le ragioni sono tante: la prima è che gli umori sono mutevoli e che se splende il sole e gli ormoni girano per il verso giusto tutto sembra più facile e possibile. E così ti tuffi nel futuro convinto che la giornaliera battaglia, che ti attende, si possa affrontare e vincere con la forza che, grazie a Dio, hai ancora dentro. Il bello è che, finita quella battaglia, come onda del mare che si succede senza posa ce n’è subito un’altra che può farti cambiare idea. Si scivola bene sul mare quand’è tranquillo; l’elica gira vorticosamente e la scia che lasci è così coinvolgente che sei come proteso nell’infinità. Capitò in una luminosa giornata di Agosto di collocarmi, con l’agile lancia venuta dal sogno, nella ribollente scia di due potenti motori che sfrecciavano a cercare il Conero, alzando al centro una elevata massa di acqua tranquilla sulla quale così flottavo, sfruttando quella sorta di traino improvviso. Un senso di appagato desio mi prese d’un tratto, di forza, potenza inaudita scorrente di sotto ai miei piedi. Chi ha detto che è tutto finito, che è inutile ancora lottare? Pervaso da fiera illusione, quel mondo che sembra disfatto, con gente vieppiù imputridita, val bene ancora affrontare e forse un pochino cambiare.

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