Il Grande Blek a Macerata

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Grazie a un maceratese possiamo immergerci piacevolmente nella magica epopea del fumetto italiano. Ho ammirato alcuni volumi a fumetti intitolati “Il corriere dell’avventura” presso il laboratorio Stampalibri, notando che il tratto è deciso e gradevole. Stiamo parlando del disegnatore Marco Graziosi in arte “Marco Pugacioff”. Un autodidatta maceratese che ama i fumetti classici anni Cinquanta – Sessanta e disegna Blek, Cucciolo e Beppe, e Tiramolla. Lo pseudonimo deriva da un lupo della steppa della ex Unione Sovietica. La sua passione è innata, il fratello leggeva Tex (Aquila della Notte) e Zagor (Spirito con la Scure), lui a tre-quattro anni osservava  la sequenza delle vignette. All’inizio degli anni Settanta, per gioco iniziò a fare degli schizzi che furono visti a casa e a scuola: erano piacevoli, ma non suscitarono grande interesse. S’iscrisse all’Istituto d’Arte, sezione decorazione pittorica, ma per quanto riguarda i fumetti non ha mai ricevuto alcun insegnamento. In seguito frequentò presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata il corso di cartoni animati tenuto dal prof. Sergio Minuti, autore del “Trenino nel pianeta delle favole”, disegni animati trasmessi dalla Rai. Dopo aver acquistato l’unica ristampa del 1948, di recente Marco ha restaurato i fumetti di Cucciolo e Peppe creati nel 1941 da Federico Pedrocchi con i disegni di Rino Anzi. Quella serie iniziò ad agosto del 1941 su volere dell’editore Caregari che voleva una imitazione di Topolino e Pippo, però i testi di Federico Pedrocchi la resero subito una serie ben diversa; crescendo si trovarono davanti a tanti altri personaggi come Tiramolla (l’omino di gomma del 1952) e poi altri amici tra i quali Pugacioff, il lupo della steppa, grazie a esso la rivista “Cucciolo” arrivò per un periodo a vendere più di Topolino. Questi personaggi sono conosciuti anche all’estero, specialmente in Francia e in Grecia. Le storie erano piene di magia, intrigo e umorismo e i personaggi erano molto apprezzati dai bambini, ciò decretò un piccolo successo, nonostante  la seconda guerra mondiale in atto. Nel 1942, per non avere problemi di copyright con Walt Disney, alla nona uscita con la storia “Cucciolo e il concorso inventori”, i due cagnolini furono trasformati in bambini. In quella storia Beppe bambino ricordava una precedente avventura nella quale ave-va creato un ordigno particolare con cui volava in cielo e poi diventava un sottomarino… Federico Pedrocchi, che si firmava Antonio Carozzi, perché scriveva e dirigeva Topolino per la Mondadori, era sfollato a Cuasso a Monte (VA) e morì nel 1945 in Lombardia durante un mitragliamento aereo. Ciò decretò la fine delle pubblicazioni. La zia di Marco conobbe il giovane Iginio Straffi che disegnava fumetti (Nick Raider) professionalmente per la Bonelli. Marco lo incontrò e nacque l’amicizia, negli anni successivi Straffi avrebbe voluto creare uno studio grafico per fumetti a Macerata. Purtroppo non si riuscì a trovare un piccolo locale e dopo varie vicende Straffi partì per il Belgio, iniziò una carriera che lo porterà a essere “un piccolo Disney italiano” – come lo definisce Marco – con la Rainbow, dove lavora tutt’oggi, come autore di cartoni animati. Dopo circa un anno Marco ebbe l’opportunità di creare un proprio studio di cartoni animati per conto di don Lamberto Pigini che andò avanti per quasi due anni,finché ne uscì definitivamente. Marco restò a casa e iniziò a disegnare (inizialmente per sé) avventure inedite del Grande Blek e di Capitan Miki. Marco conosce bene le vicende di lavoro degli illustratori, non meno avventurose dei loro eroi su carta. Accenna a quelle di Blek facendoci volare con il pensiero alla seconda metà del 1700 nelle foreste del Maine e nelle città di Boston e Portland, all’epoca colonie britanniche. Blek fu creato nel 1954 dalla EsseGesse composta dai tre autori Sartoris, Guzzon e Sinchetto che lavoravano già per la Dardo di Casarotti. Avevano iniziato creando le tavole di Kinowa (il nemico degli indiani), personaggio inventato da An-drea Lavezzolo. Subito dopo proposero Capitan Miki (creato nel 1951) a Casarotti; in  quel periodo Tex vendeva 70.000 copie delle strisce settimanali. Capitan Miki arrivò al successo incredibile di 150.000 copie la settimana. Tre anni dopo crearono un personaggio chiamato il Piccolo Trapper apparso a puntate sulla rivista “Cagliostro” con le avventure di un ragazzetto chiamato Roddy, al suo fianco c’era un bestione con la faccia di pietra alla Charles Bronson chiamato Black (nero) Macigno. Il personaggio piacque talmente ai lettori che vollero altre avventure. La EsseGesse decise di trasformare il personaggio ringiovanendo Blek in un gigante dalle spalle larghe alla Tarzan, con lunghi capelli biondi e lo proposero alla signora Tea Bonelli, che rifiutò. Cercarono invano altri editori ma Casarotti pretese il personaggio per  sé e i tre autori vendettero i diritti su Blek per un… piatto di lenticchie! Blek nacque nel settembre del 1954 e, in breve tempo, raggiunse la cifra iperbolica di 400.000 copie la settimana. La casa editrice Dardo, con i proventi delle vendite, acquistò la tipografia che stampava i suoi albi a fumetti. Gli autori dopo 10 anni, nel 1965, in occasione del rinnovo del loro contratto di lavoro, non vedendo soddisfatte le loro giuste richieste, se ne andarono. Tentarono da soli l’impresa editoriale creando il personaggio del trasformista Alan Mistero, ma nel 1966 la piccola casa editrice da loro creata fallì.

p-11-Eroi-disegnati-da-Pugacioff

La Francia chiedeva un nuovo personaggio come Blek Macigno e loro crearono il Comandante Mark, di forte Ontario. In Italia lo proposero a Sergio Bonelli che lo pubblicò con buon successo per 281 numeri dal 1966 al 1989. Poi furono costretti ad abbandonare i loro personaggi per il pessimo trattamento economico della casa editrice. Blek e Miki passarono ad altri autori… ma crollarono immediatamente le vendite. Blek proseguì da solo con altri autori, e avventure inedite furono realizzate in Francia fino al 1981 con Carlo Cedroni di Roma e Jean-Yves Mitton di Lione, e dal 1980 al 1990 in Jugoslavia, con parecchi autori, tra cui spicca Bane Kerac che ha fatto sposare Blek con la guerriera indiana Piccolo Piede. In Italia dagli anni  Quaranta-Cinquanta, per diversi decenni, i comics hanno avuto tra i giovani un vero boom di appassionati lettori. “Oggi – afferma Marco con malcelata tristezza – il computer e Internet hanno ucciso i fumetti e quel mondo sta per scomparire”. Marco è riuscito ad aggiungere a Blek qualcosa che mancava davvero: brio e passione per il gentil sesso. Delle sue storie anche brevi, che a volte sembrano finire un po’ bruscamente, ho apprezzato anche qual-che data e riferimento storico, come per inserirlo meglio nella realtà storica, poco prima della dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti. Blek, al secolo Yannick Le Roc, era nato a Saint Malo nel 1749, dopo alcune avventure da corsaro giunse nelle colonie americane, dove gli Algonchini lo adottarono ventenne, diventando un indiano bianco, il suo nome significa “Capelli d’Oro”. Oggi Blek, insieme con i suoi inseparabili amici, il professor Occultis e il giovane Roddy, non dimostra 62 anni, è un personaggio moderno, molto più vicino a madre natura ed ecosostenibile di quanto si pensi. Sta male se causa problemi al prossimo, ma anche se abbatte un albero per costruire una capanna, non è schiavo del denaro, ha smesso di fare il cacciatore di pellicce (trapper) ed è impegnato a tempo pieno nella resistenza contro le Giubbe Rosse inglesi di Re Giorgio III. Gli albi stampati in Francia sono stati esportati in ogni paese francofono attorno al mar Mediterraneo, in Canada, e tradotti nelle lingue locali in Turchia, Grecia, Tunisia, Marocco, Spagna e Svezia. Romano Felmang, autore dell’Uomo Mascherato (l’ombra che cammina) e di Tex Willer, ha definito Marco Pugacioff un bravissimo dilettante. Il nostro Pugacioff oggi restaura, illustra e scrive testi inediti di Blek Macigno e Cucciolo e li fa stampare in copielimitate da Simone Pasquali di Stampalibri. Il suo sito www.mastromarcopugacioff.it è ricco di strisce, albi, tavole e link sull’universo del fumetto, nonché di interessanti approfondimenti storici corredati di curiose tavole e immagini d’epoca. Belle pagine a colori e in bianco e nero da sfogliare con un tablet o da leggere su carta!

 

 

 

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