Abbazia di San Firmano

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L’abbazia benedettina di San Firmano sorse alla fine del X secolo. Firmano, monaco di Acquacanina, ne fu il primo abate nel 986. Fu ricostruita nel 1256, dopo la sua distruzione durante le lotte tra guelfi e ghibellini. Presenta una sobria facciata a capanna in laterizio su cui si aprono il portale litico con il bassorilievo della Crocifissione nella lunetta, risalente alla chiesa primitiva e ricavato dal retro di una statua romana. Il tempio è a tre navate absidate, divise da pilastri articolati su schema cruciforme con presbiterio sopra-elevato, raggiungibile per una scalinata, formata da 17 scalini, che occupa l’intera quinta campata della navata centrale. La copertura della volta è realizzata con capriate lignee. Le sette campate in cui sono divise le navate formano un susseguirsi di pilastri e archi che accentuano la spazialità in cui è centrale la statua della Madonna con Gesù. L’interno in laterizio è severo ed emana grande spiritualità. Sul piano rialzato c’è un affresco del XVI secolo, con la Vergine in trono e il Bambino benedicente rivolto a San Firmano mentre a sinistra c’è San Sebastiano. La cripta è divisa in cinque navate con volte a crociera su archi acuti. I pilastri sono in laterizio con i rocchi di colonne romane e i capitelli corinzi che derivano da materiale di spoglio, forse già in uso in precedenza. Sull’altare della cripta si trova una statua in terracotta policroma, del XV secolo, raffigurante il santo e attribuita ai Della Robbia. L’abbazia di San Firmano, oggi di medie dimensioni, non può essere identificata con la chiesa anteriore al mille che, forse, era una semplice aula absidata.

10 settembre 2016

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