Progetto “Pannaggi – arredo Casa Zampini”

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Il progetto “Pannaggi – arredo Casa Zampini” è stato ideato circa due anni fa dal Liceo Artistico “G. Cantalamessa” di Macerata e realizzato grazie al supporto di Fondazione Carima. È consistito nella riproduzione fedele degli innovativi arredi progettati e fatti costruire tra il 1925 e il 1926 dall’artista maceratese Ivo Pannaggi per conto dell’industriale Erso Zampini di Esanatoglia. Gli ambienti sono 4: la camera da pranzo, la camera da letto, l’anticamera, la sala per radioaudizioni; gli originali della prime due sono conservati presso l’abitazione della famiglia Zampini, e quindi non sempre visitabili, l’anticamera si può ammirare presso i Musei civici di palazzo Bonaccorsi a Macerata, mentre la sala radioaudizioni non esiste più. Grazie ai progetti originali a disposizione, si è potuto procedere con la ricerca storica e la rielaborazione tecnica, a una riproduzione in scala e quindi all’avvio della costruzione da parte degli studenti, che è risultata perfino più fedele e ben fatta degli originali, grazie alle strumentazioni oggi disponibili. Il primo ambiente ultimato, e ora esposto presso Palazzo Ricci di Macerata, è la “camera da pranzo”. Il lavoro è stato inaugurato il 30 settembre 2016 con una conferenza di presentazione presso il Teatro della Società Filarmonica di Macerata, con l’intervento dei rappresentanti di chi ha collaborato al progetto: la Fondazione Carima nella perso-na della Presidente Rosaria Del Balzo Ruiti, il professor Castiglioni ex dirigente del Liceo Artistico e responsabile del progetto, il professor Ermenegildo Pannocchia, artista e curatore dell’allestimento, Luigi Ricci responsabile del Centro Studi Ivo Pannaggi e dell’archivio Pannaggi, il regista Massimo Angelucci Cominazzini autore di un documentario su Pannaggi, il professor Roberto Cresti docente di Storia dell’Arte contemporanea presso l’Università di Macerata e, ovviamente, i ragazzi dell’Istituto con i loro docenti. Presenti anche i rappresentanti delle Amministrazioni Comunali di Macerata ed Esanatoglia. Lo scopo del progetto  è mantenere  viva la memoria  di un personaggio maceratese di spicco, che ha operato in un periodo ricco di fervidi movimenti intellettuali, originati in Gran Bretagna nelle prime decadi del 1800, quando al nascere dell’era industriale, alcuni intellettuali si resero conto dell’alienazione e della schiavitù in cui l’uomo sarebbe caduto, a dispetto del benessere promesso dalle nuove tecnologie. Uno dei padri di questi movimenti fu William Morris, fondatore della cosiddetta “fratellanza preraffaellita”, il cui intento era di “fare dell’arte un modo di vivere”, recuperare cioè la manualità, manifestare l’espressione artistica e le sue emozioni mediante tutte le arti e i metodi di produzione tradizionali: l’artigianato, in un mondo in cui si veniva (e si viene ancora) spinti a pensare l’arte come qualcosa di astratto e manualmente non essere più capaci di realizzare nulla se non l’essenziale e parziale movimento richiestoci dalla mansione lavorativa. Il risultato di queste correnti fu visibile in opere d’arte come quadri e sculture, ma anche arredi e complementi di arredo: il design, la casa riprogettata come un piacevole luogo intimo e sacro, dove portare le memorie e le sensazioni vissute fuori. Pannaggi fu un grande futurista, ma l’idea, i concetti, sono interpretati con il suo personale “genio creativo italiano”, ed è questo l’altro scopo, e di pari valore, del progetto “Pannaggi – arredo Casa Zampini”: fornire agli allievi la tecnica, il metodo, insegnare loro a fare le cose, e consentire l’uso di mani, macchine, attrezzi, materiali per esprimere il loro senso artistico mediante una realizzazione coerente di qualcosa che è vero, bello, utile. Il coinvolgimento di tutte le classi e di tutte le specializzazioni fornisce l’esperienza del lavoro di gruppo, dove ognuno per la sua competenza contribuisce con soddisfazione alla creazione di qualcosa che rimane, e che tutti potremo ammirare negli anni a venire: una perfetta integrazione tra mobili, quadri, tendaggi, bicchieri, piatti. Restiamo in attesa delle prossime realizzazioni nell’ambito del progetto, che proseguiranno fino al 2018, sempre con il supporto di Fondazione Carima.

19 dicembre 2016

 

 

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