Influenza

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Affinché la “influenza” sia comprensibile a quelli che non sono Nobel della medicina, come non sono io, è necessario fare delle premesse:

1 – Non tutte le malattie invernali si possono chiamare influenza: sono numerosi i virus parainfluenzali nonché le diagnosi errate;

2 – Per sviluppare la malattia è indispensabile il contatto con il virus, un congruo tempo d’incubazione (necessario perché il virus si moltiplichi fino a raggiungere la carica infettante capace di sviluppare la malattia);

3 – La febbre è una reazione dell’organismo volta a bloccare la replicazione virale, ostacolata sopra i 37 gradi. I nostri nonni prevenivano e si curavano con lunghe sedute davanti al fuoco, con generose bevute di vino cotto, miele e cannella molto scaldati. Se si ammalavano la cura era integrata con riposo a letto, il corpo avvolto in numerose coperte, mattone caldo ai piedi, cenere “calluccia” contenuta in una pezza avvolta intorno al collo: a sudà’ fà vé’.

Come sempre, in questo periodo, comincia il bombardamento mediatico: “Quest’anno l’influenza sarà una grave epidemia, vaccinatevi, vaccinatevi!” Una volta ne fecero fare tre a testa: confezioni simili, contenuto identico! Gli Italiani ascoltano ma non sempre si fidano. Si vaccinano sempre meno e… l’influenza non compie le stragi annunciate. Si potrebbero verificare gravi pandemie, eppure… perché questi scienziati con titoli altisonanti non ci azzeccano? o parlano a caso o confondono convinzione con… convenienza. Quando il lupo verrà (e verrà), distruggerà il gregge: troppe volte è stato gridato “al lupo”.  L’influenza è una malattia antica, quanto il mondo; 24 secoli fa la descrisse lo stesso Esculapio. In quel tempo si era convinti che gli eventi del mondo fossero correlati al moto astrale e una patologia così diffusa non poteva che essere causata dall’Influenza degli astri, correlabile al firmamento in-vernale. Non potevano conoscere gli agenti infettanti termolabili (inattivi a temperature alte). L’influenza è causata da un Virus RNA famiglia Orthomyxoviridae, genere Influenzavirus; eterogeneo per forma, dimensione e patogenicità, molto resistente nell’ambiente, specie a basse temperature, è labile al calore; è una malattia respiratoria acuta con febbre, tosse, dolori muscolari e articolari, cefalee, vomito, nausea, gastroenterite, malessere generale ecc.; dopo due giorni d’incubazione dà origine alla sindrome che in genere si esaurisce in meno sette giorni. Si conoscono tre sierotipi: A,  B e  C. (B e C non creano allarme). Il tipo A patogeno è trasmesso per via aerogena, generalmente a distanza ravvicinata (tosse e starnuti) in ambienti molto frequentati; non si esclude la disseminazione aerea, specie con vento e nebbia. Si raccomanda il lavaggio delle mani,  utile anche per l’azione meccanica e l’uso di acqua tiepida: il virus termolabile non la gradisce. Ma l’influenza non è questione di acqua calda!

Influenza animali e uomo – La malattia, con sintomi analoghi, colpisce tutti i vertebrati:  uomo, suino, cavallo, volatili  domestici e selvatici, ma anche pesci e altre specie. In Italia, i casi d’influenza negli animali sono soggetti a provvedimenti sanitari, a controlli sanitari ed esami clinici/sierologici in allevamenti e mattatoi. L’influenza è nota come una malattia invariata, invariabile (da oltre 24 secoli), a componente eziologica variabile (il virus è molto plastico può variare)

1 – Variazioni Maggiori: ricomposizione e sostituzione totali degli antigeni superficiali N e/o H con caratteri antigenici e patologici diversi; i ricercatori affermano ogni 10/15 anni. Ma le malattie non rispettano le loro regole.

2 – Variazioni Minori (Deriva antigenica): modeste modifiche strutturali con stipiti virali dello stesso sottotipo, ogni 2/3 anni. Più rispettata.

Un po’ di storia

1749: Short osservò che in Inghilterra e Irlanda l’affezione influenzale umana era simile e contemporanea a una malattia “leggera ma universale” nei cavalli.

1918: analoga osservazione del Veterinario americano Koen sui maiali.

1936: Shope dimostra la presenza di anticorpi da suini su uomini che avevano superato la “Spagnola” (sierotipo A H1 N1).

Dal 1950: più volte sono stati segnalati isolamenti di virus da suino, volatili, cavalli ecc. (Olanda, un medico veterinario muore colpito da un virus H7N7, dopo aver operato sulla bocca di un equino affetto dallo stesso sierotipo).

1968 il sierotipo H3N2 causa la morte di alcune reclute americane, forse infettate da commilitoni custodi di maiali, asintomatici, ma positivi.

Ruolo dei volatili

1 – Da sempre, affetti da quasi tutti i sierotipi e varianti;

2 – non documentata la trasmissione diretta all’uomo di virus  patogeni;

3 – il virus diffonde e si propaga rapidamente;

4 – importanza di tacchini, palmipedi, volatili selvatici e migratori: virus nella cloaca dell’animale per lungo tempo. I vari sierotipi possono non causare malattia e la loro presenza non sempre è evidenziabile.

Ruolo del Suino – Il suino potrebbe essere serbatoio, incubatore e diffusore di virus, questo vi persiste da un anno all’altro con infezione spesso senza sintomi.  Può infettarsi con H1N1 e H3N2 dell’uomo, una ricombinazione accertata in caso di malattie spontanee; è serbatoio naturale almeno di H3N2 e trasmette la malattia da H1N1 e H3N2 (asintomatica) ai custodi. I capi infetti diffondono il virus per quattro mesi; la cottura delle carni distrugge rapidamente il virus e non si ha trasmissione per via alimentare. Il virus è “specie-specifico”, ossia ogni specie è colpita dal proprio virus. Motivo per cui il passaggio dall’animale all’uomo è molto difficile, perché protetto dalla “barriera di specie” che, però, potrebbe essere superata. In questo caso il virus può adattarsi alla nuova specie e diventare, per essa, patogeno, come accaduto nel caso delle reclute americane. Tale eventualità non avviene tutti i giorni ma è teoricamente possibile.

Vaccini – Non entriamo nella diatriba sui vaccini ma ci limitiamo ad alcune considerazioni. Tutti i farmaci, compresi i vaccini, non hanno solo effetti positivi, la loro utilizzazione deve far seguito a un attento esame del beneficio e degli eventuali inconvenienti. Generalmente, il vaccino è prodotto con virus coltivati su embrioni di pollo ed è potenziato da adiuvanti (sostanze minerali e/o sintetiche, derivati da mercuri e squalene) che potenziano l’effetto immunogeno. Quest’anno, sembra che si cambi. Bisogna essere certi dell’estrema purificazione del virus vaccinale e dell’innocuità delle ripetute somministrazioni degli adiuvanti che potrebbero trasformarsi in allergeni e/o causa di tossicità acuta e cronica. Il vaccino per l’influenza è difficile a prepararsi anche perché non è semplice individuare il ceppo, la variante ecc. che colpirà un dato territorio. Per questo motivo si ricorre a un cocktail. La vaccinazione deve essere effettuata prima dell’insorgere della malattia, ma è noto che almeno le Variazioni minori possono verificarsi anche durante la pandemia.

Innocuità del vaccino? – “Nessun pericolo” dicono emittenti radio, tv e giornali. Molti lamentano danni da vaccino, i medici e i veterinari hanno l’obbligo di denunciare l’effetto indesiderato dei farmaci. I registri relativi non sono noti o, forse, sono  bianchi. Dobbiamo credere che non si dovrebbero ripetere casi come quelli della talidomide, del sangue infetto e dell’amianto.

La statistica è cosa vaga: i numeri vanno e vengono – Sono incerti i dati relativi ai morti nelle varie pandemie: non è dato sapere il numero esatto. Possiamo capire che generalmente muoiano più anziani che giovani, ma quanti erano già affetti da altre patologie gravi? Vari testi dicono che nel caso della Spagnola furono da 40 a 100 milioni!?, per la suina (che suina non era) “migliaia” (quante?); se fossero solamente due migliaia, l’influenza sarebbe meno pericolosa degli incidenti in moto. Nella mia precedente  vita lavorativa ho sviluppato questo argomento in convegni e conferenze aperte anche alla stampa. Volevo spronare docenti universitari, medici e veterinari ad approfondire la ricerca sul suino: sono convinto che il rinvenimento di Variazioni maggiori (a esempio il probabile H3N1) avrebbe potuto essere una vera azione preventiva. È andata male. Speriamo che l’influenza astrale ci preservi dall’influenza e da… approssimativi, impreparati, opportunisti. Gli astri sono tanti, milioni di milioni. Ma… ad impossibilia nemo tenetur.

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Dott. Nazzareno Graziosi

20 dicembre 2016

 

 

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