Villa Cozza, 40 opere donate per una prestigiosa collezione d’Arte

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La casa di riposo di Villa Cozza si è dotata di una prestigiosa collezione di opere d’arte contemporanea concepita ad hoc per il sito e i suoi ospiti. Nata da un’idea di Paula Castelli, subito accolta dall’Amministrazione della casa, la collezione, che conta quaranta opere di artisti marchigiani, ha trovato armonica sistemazione nei vari ambienti della struttura.

Questi i nomi degli artisti che hanno donato le opere:

Ugo Caggiano, Cagliostro, Giorgio Cannara, Agostino Cartuccia, Paolo Castelli, Fausto Copparo, Gionata Copparo, Silvio Craia, Isabella Crucianelli, Morden Gore, Manuela Grelloni, Marco Grioli, Carlo Iacomucci, Mario Migliorelli, Silvio Natali, Giovanna Navetta, Giuseppe Paccamiccio, Piero Piangerelli e Sandro Piermarini.

A fronte dell’iniziativa è stato prodotto il catalogo “Vita su Marte” curato dal critico d’arte David Miliozzi e illustrato con foto di Massimo Zanconi, che documenta e “fotografa” la collezione collocata nei siti opportunamente scelti dall’architetto Michele Schiavoni. Nel catalogo trovano spazio scritti del curatore David Miliozzi, del Presidente dell’Ircr Giuliano Centioni, del Sindaco di Macerata Romano Carancini, della scrittrice Paula Castelli, del critico d’arte Lucio Del Gobbo, dell’architetto Michele Schiavoni. 
Una operazione importante che potrebbe avere un seguito e incidere sull’arte maceratese di questo periodo: si prospettano in futuro delle mostre monografiche degli artisti partecipanti presso la struttura che la stessa Ircer possiede in piazza Mazzini.

Già dal primo invito gli artisti hanno risposto coralmente, con la generosità a cui ci hanno abituati da sempre, con opere che sono sì anche decorative e in maggior parte allietanti, ma che soprattutto si offrono come libere testimonianze di ciò che essi realizzano in arte attualmente, di ciò che pensano, di ciò che amano. Per questo sono diverse, e in chi ha immaginato l’iniziava come qualcosa di omogeneo  e stilisticamente coerente potrebbero suscitare sconcerto ma anche un’intrigante curiosità. I gusti e le abitudini possono essere i più vari e soggettivi, ma l’arte serve anche a correggerli, a educarli là dove è opportuno; essa aiuta a non essere troppo abitudinari, a creare discussione e pensiero, ad aprirsi e non a chiudersi. In tal senso l’impegno dei 18 artisti ha voluto essere un atto di condivisione e di dialogo vivo e stimolante con gli ospiti della struttura. Un gesto di vicinanza onde evitare per quanto possibile il pericolo della emarginazione e della solitudine. Le opere donate  non sono “fondo di magazzino”, o qualcosa che nello studio degli artisti era in sovrappiù. Assolutamente no! La gran parte di esse è stata creata per la circostanza, (maggioritaria la componente paesaggistica, e anche l’astrazione vi si è inserita con leggerezza e lirismo, privilegiando l’idea originaria di portare colore). Non si è trattato di un’operazione di arredamento, ma una testimonianza di valore culturale e artistico che merita di essere conosciuta e storicizzata. Una situazione immodificabile nel tempo? Assolutamente no. Le opere d’arte sono oggetti mobili e in qualche modo “viventi”. Ma l’inizio si è voluto documentarlo attraverso un catalogo ricco di immagini e notizie, che illustra l’intero corpus delle opere fotografate negli ambienti di cui sono entrate a far parte. A complemento della iniziativa un diario scritto in corso d’opera con estrema oggettività da Paula Castelli. La presentazione è avvenuta alla Sala Castiglioni nel pomeriggio del 17 marzo u.s. La direzione della Casa di Riposo è ben lieta di accogliere i visitatori che fossero interessati ad averne visione, singolarmente o in gruppo, previa prenotazione telefonica al 0733 240305.

Lucio Del Gobbo

21 marzo 2017

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