Lo scomunicato di Corridonia

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Prologo – Settembre 1860, battaglia di Castelfidardo: ultima sconfitta per lo Stato papale. Nel mese di novembre viene inviato ad Ancona  il Prefetto di Como, Lorenzo Valerio, per preparare sia il referendum che per sistemare i confini regionali e comunali. A quel tempo Visso apparteneva all’Umbria mentre Gubbio era delle Marche. Contemporaneamente si decideva la confisca dei beni ecclesiastici, il che comportò la chiusura di gran parte dei conventi con le proprietà che passavano allo Stato.

La scomunica generale – Scattò la scomunica generale da parte del Papa al Re, a Cavour e a Garibaldi, nonché a tutti coloro che avrebbero acquistato, preso in affitto o lavorato i terreni confiscati. A Colbuccaro erano cospicue le proprietà dei Padri della Missione con terre che andavano dai confini dell’Abbadia di Fiastra, a Sforzacosta e a Piediripa. Per effetto della scomunica pendente quei possedimenti furono abbandonati a se stessi, nessuno aveva l’ardire di prenderli, questo dal 1860 fino al 1910, diventando incolti, ricchi di sterpaglie e rifugio di animali selvatici.

Lo scomunicato – A questo punto il dottor Bartolazzi di Corridonia, non temendo la scomunica papale e i suoi effetti che lo avrebbero messo all’indice della comunità cattolica, acquistò un bosco, una stupenda villa dove prima si ritempravano i Padri quando rientravano dalle missioni e una vastità di terreni dalla parte dell’Abbadia di Fiastra. Il tutto per pochi centesimi dato che nessuno, per timore della scomunica, li voleva. Automaticamente per lui scattò la scomunica. Questa restò valida fino al 1929 quando, per effetto del Concordato tra Stato e Chiesa, queste scomuniche decaddero.

04 aprile 2017

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