La stroncatura: “Cristina di Belgiojoso, dal salotto alla politica”

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I giovani devono capire che un libro, soprattutto rivolto a tanti lettori, è di più di una tesi di laurea, che deve “compiacere” solo poche persone.
Credendo alle “promesse” ventilate da pagg. 269 a pagg. 278 nell’estratto “Cristina di Belgioioso in oriente: da patriota ad esiliata”, contenuto nel volume “Viaggi e viaggiatori nell’Ottocento. Itinerari, obiettivi, scoperte” (2013), ho acquistato il volume “Cristina di Belgiojoso. Dal salotto alla politica” (2010).

 

Lettura poco scorrevole

Leggendo il volume ho evidenziato in giallo i passi di mio interesse, ma la lettura è stata pochissimo scorrevole; ho terminato di leggere molto forzatamente questa tesi di laurea. Mi sono piaciuti molto i paragrafi a pagina196, ove Cristina Belgiojoso parla del mito della debolezza femminile  in Oriente,  durante il suo se colo. Dopo aver letto l’estratto, avevo maggiori aspettative riguardanti il suo viaggio dalla Turchia a Gerusalemme, iniziato nel 1852.

 

Trapela presunzione

L’Autrice passa in rassegna saggi e biografie precedenti la sua, che riguardano quella nobildonna, elencando troppo minuziosamente limiti, lacune e carenze, lasciando trapelare la perentoria presunzione-ambizione di aver stilato un’opera definitiva e fondamentale. Ma secondo gli scienziati anche la Bibbia presenta alcune incongruenze! Ci si aspetterebbe un volume splendido e splendente, invece non regge: alla prova della lettura s’inceppa.

 

Tesi non riadattata a libro

L’editore marchigiano A. L. mi ha spiegato chiaramente che una tesi di laurea, per essere fruibile al lettore, ha bisogno di pesanti e pazienti riadattamenti, che lui pretende dai suoi autori. Questa tesi, così com’è stata presentata e pubblicata in veste di libro, non ha subito gli indispensabili riadattamenti. Nel testo si ravvisano alcuni refusi: la revisione appare, talvolta, superficiale. Soprattutto per il lettore medio è pesante, poco scorrevole e molto indigesta.

 

Eccessiva visibilità a personali problemi fisici

Il suo “racconto” su Cristina di Belgiojoso, definita la “princesse romantique”, è corredato di un buon apparato iconografico, ma tralascia alcuni aspetti della vita della protagonista (forse, dove non esiste sufficiente documentazione) che non ha colmato neanche con delle ipotesi. Spesso, invece, sono portati in primo piano quelli di campionessa ante litteram del genere femminile. Ai lettori romantici può non stare bene che l’Autrice fa notare, a sfavore  degli  autori  degli altri volumi i quali non hanno ritenuto opportuno scriverne, che la nobildonna ottocentesca soffriva di epilessia e aveva contratto una grave malattia a trasmissione sessuale, che sicuramente le causò non pochi problemi.

Tesi ok, libro ko

L’Autrice, pur argomentando in modo rigoroso e documentato, non ha mantenuto le promesse di leggibilità e godibilità fatte nell’abstract, almeno verso i comuni lettori, più numerosi. Era una tesi piaciuta alla relatrice e alla Commissione di laurea, consentendo alla laureanda di ottenere un eccellente voto, ma per diventare un buon libro doveva essere modificata e adattata. Se si vuole leggere qualcosa di piacevole sulle vicende umane e storiche della principessa Cristina Trivulzio di Belgiojoso (1808- 1871), donna dai forti ideali, impegnata in campo sociale, filantropico e patriota, giornalista, scrittrice e viaggiatrice cosmopolita, è meglio cercare qualche romanzo storico o biografia precedenti, con delle peculiarità letterarie e divulgative assai migliori.                 

Eno Santecchia

13 dicembre 2017

 

 

 

 

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