Vita, estasi, stimmate e prodigi della treiese Giuditta Montecchiari

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 Il nostro tempo è la società dell’effimero, dove gran parte dell’informazione corre sui canali virtuali del web che, se un giorno un interruttore spegnerà, tutto andrà perduto. Rimarrà come sempre il Libro, custode dei pensieri e delle azioni degli uomini e strumento di chi continuerà a opporsi all’oblio delle piccole e grandi storie, alla   frenesia del mondo attuale e al generale sprezzo del passato. Compito delicato, in questo contesto, proporre la storia di Giuditta Montecchiari, la Treiese vissuta tra il 1800 e il 1900 in alone di santità, che con grande fede e dignità accettò manifestazioni della passione di Cristo come le stimmate; il risultato è un dettagliato “documentario scritto” sulla vita di questa ragazza particolare, nel suo contesto familiare, culturale e storico, voluto fermamente dalla famiglia di Giuditta proprio per non lasciar spegnere la sua memoria e redatto dal professor Alberto Meriggi, autore di altri preziosi volumi sulla storia e le tradizioni di Treia (e non solo). Molti furono i fenomeni mistici spontanei di cui Giuditta, una contadinella analfabeta, fu protagonista: lunghi digiuni, visioni estatiche, levitazioni, segni sul corpo, emanazione di profumi, canti in latino, enunciazione perfetta di misteri, guarigioni da malattie, e non mancarono gli attacchi del Maligno. Tutto è stato debitamente documentato e certificato, eppure già a quel tempo arrivarono puntuali anche gli attacchi dei laici e della stampa, che l’accusarono di isteria e di speculazione ai fini di lucro, tanto da portarla in Tribunale: alla fine fu accertata la innocenza di Giuditta Montecchiari, dei suoi familiari e dei sacerdoti che le facevano visita. Poi ci furono le guerre, e dopo le guerre arrivò l’indifferenza, almeno fino alle celebrazioni per il centenario della sua nascita, che insieme con l’uscita della prima edizione di questo libro, “Il campo dell’amore”, rinnovarono la memoria di questa giovane donna. L’anno successivo, finalmente, si realizzò il sogno di parenti e amici di dare un nuovo monumento sepolcrale alla Santa dé Montecchià, dove riposano i suoi resti, risultati  incorrotti dopo l’ennesima esumazione, compreso il giglio posto sopra le sue vesti. Oggi Giuditta vive nel cuore di molte persone, che la invocano e si rivolgono a lei con intenzioni e preghiere, anche scritte, che mani speranzose depositano nella cassettina vicino alla sua tomba, nel cimitero di Treia.

Simonetta Borgiani

13 gennaio 2018

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