Notizie vere, curiose e divertenti: la tacchina lessa

Print Friendly, PDF & Email

Un giorno la moglie di Mario de Mira fu chiamata dalla sorella e siccome aveva messo sui fornelli a carbone una pentola con dentro una tacchinella a lessare, disse al marito, che era al lavoro: “M’ha mannato a chjamà’ sòrema e me sa che per minzujornu no’ rvèngo. Su li fornelli c’è lu tigamu e tu, come ‘rrìi a casa, lèa lu tigamu da lu focu e smòrcia li carbù’, che dopo penzo a tutto io. Vasta che ci-hai la paciènza de ‘spettàmme ‘na mujica” (Mi ha mandato a chiamare mia sorella e credo che non ritorno per mezzogiorno. Sui fornelli c’è la pentola e tu come arrivi a casa toglila dal fuoco e spegni i carboni, ché dopo penso a tutto io. Basta che hai la pazienza di aspettarmi un po’). Tornato a casa Mario de Mira fa quanto detto, poi attirato dal profumo, scoperchiò la pentola. Vista la tacchina tanto per un assaggio staccò una coscia. Mangiata quella, con una forchetta tirò fuori tutto il volatile e proseguì, pezzo dopo pezzo, nell’assaggio, finché non l’ebbe mangiato tutto e della tacchina rimase solo lo scheletro. Poco dopo arrivò a casa la moglie che si diede subito da fare per preparare una minestra, da scodellare non appena i figli fossero tornati da scuola. Accortasi che dentro la pentola non c’era più la tacchinella chiese al marito: “Mario, e la vìra che fine ha fatto?” (Mario, e la tacchina che fine ha fatto?). Rispose tranquillamente l’uomo mangione: “Sta dréndo la credènza… ma c’è rmastu sulo lu telà’!” (Sta dentro la credenza… ma c’è rimasto solamente il telaio – lo scheletro).  

6 febbraio 2018

 

 

A 3 persone piace questo articolo.

Commenti

commenti