Un chiosco storico a Civitanova Marche: ottuagenario ma non lo dimostra

Print Friendly, PDF & Email

All’angolo nord-est di piazza XX Settembre a Civitanova Marche c’è un chiosco, gelateria e bar, che da ottantotto anni fa parte della storia della città e ne ha vissuto gran parte degli eventi. Nel 1930 in quella piazza la domenica si svolgeva il mercato settimanale, la pavimentazione era ancora di terra battuta. I sampietrini di porfido furono posati in opera solo nel 1957. Negli anni Sessanta il mercato fu spostato al sabato.

 

Un gazebo 2×2

In quell’anno il sig. Gaetano Piampiani aprì un gazebo di legno di 2 x 2 metri colore giallorosso, cui impose il nome di “Chiosco Novecento”. Durante la seconda guerra mondiale diverse bombe caddero attorno alla piazza: ai lati di palazzo “Rodi” e nei pressi di palazzo Martellini, una fece crollare parte della chiesa di San Pietro. Un anziano ricorda che sotto la piazza era stato ricavato un rifugio antiaereo. Il chiosco andò avanti. Divenuto fatiscente, dopo il conflitto, il Comune pretese la ristrutturazione. Così Gaetano chiese la concessione edilizia per ricostruirlo in muratura, a pochi metri, adiacente ai giardini centrali.

 

“Gelateria Gigi” (1955) 4×4

Fu riaperto per Pasqua del 1955, con il nome di “Gelateria Gigi” dal figlio Luigi; le dimensioni erano di 4 x 4 m. Con il boom economico il lavoro aumentò; un cono gelato costava dalle 5 alle 10 lire. Sul tetto del chiosco era installato un megafono per amplificare la radio che trasmetteva gli eventi sportivi: entusiasmavano le partite di pallone e il Giro d’Italia, con le imprese di Coppi e Bartali. Inizialmente, l’esercizio poteva vendere solo gelati e bibite; il gelato che si produceva artigianalmente aveva solo sei gusti classici. Oggi i gusti sono 24, ma gli altri in più sono ridondanti, mi fa capire Massimo. Subito dopo si aggiunsero la macchina da caffè e la vendita di alcolici e superalcolici.

 

L’aneddoto… alcolico

Un simpatico aneddoto riguarda la licenza di vendita per i superalcolici che tardava a essere accolta. Una sera d’estate una donna ebbe un malore; chiesero a Gigi un superalcolico per farla rinvenire. Ma ne era ancora sprovvisto. Il caso volle che seduto ai tavoli si trovasse il Prefetto di Macerata, che, vi sta la scena, si meravigliò e chiese perché un locale in piazza ne fosse sprovvisto. Gigi gli spiegò il motivo e… dopo pochi giorni arrivò la licenza! Negli anni Sessanta l’attività  andava bene Gaetano e Gigi avevano due camerieri in giacca bianca e farfalla. Dalla sua posizione privilegiata, l’esercizio era diventato presto un punto di ritrovo apprezzato.

 

Gelato “Caraibi” 4° su 2.500 concorrenti

La gelateria partecipò a diversi concorsi, nel 2001 il gelato a base di frutta “Caraibi” arrivò quarto e fu premiato alla Fiera Internazionale di Rimini tra 2.500 partecipanti. Il riconoscimento gli fu consegnato da Paolo Fabbri, dirigente dell’omonima storica (1905) azienda di amarene. Massimo e Claudio, figli di Luigi, iniziarono a lavorarci da ragazzini poi continuarono l’attività di famiglia. Nel 1998 il chiosco fu ingrandito all’attuale dimensione di 24 metri quadrati.

 

Gli eventi in piazza

Impossibile ricordare tutti gli eventi che hanno animato la piazza centrale e la vita cittadina. Negli anni Cinquanta-Sessanta una tombolata riempiva la piazza, ai vincitori spettavano ricchi premi quali automobili e case; i numeri erano estratti dalla terrazza del palazzo Cesarini-Sforza, sede municipale. Il Cantagiro si svolgeva allo stadio, in piazza sfilavano i cantanti in auto. In ultimo il memorabile evento del concerto del 31 dicembre 2016, presentato da Gigi D’Alessio per Mediaset. Molti artisti si sono dissetati da Gigi, tra di essi: Renato Zero, Luca Barbarossa, i Dik Dik, Ron, Ivana Spagna, I Camaleonti, Gigi Sabani, Eugenio Finardi e tanti altri. Oggi il chiosco di forma rettangolare con una piccola veranda, è rivestito di travertino chiaro dai piacevoli bordi arrotondati; dispone anche di giochi meccanici per i bambini.

 

Da struttura temporanea a parte integrante della città

Gestito da tre generazioni della famiglia Piampiani, si può considerare un esempio di come una struttura temporanea possa diventare parte integrante della vita cittadina e del paesaggio. Il segreto del successo può essere anche ciò che la nonna Valeria e il padre Luigi ripetevano (in sostanza) ai figli Massimo e Claudio: “Anche se hai dei dipendenti, ti devi sempre impegnare in prima persona”. D’estate giungono per le vacanze settuagenari e ottuagenari che vivono altrove e fa piacere sentirli ricordare del locale com’era oltre mezzo secolo fa.

Eno Santecchia

27 marzo 2018

A 15 persone piace questo articolo.

Commenti

commenti