Un racconto e un disegno: il minestrone con una pietra delle Ande

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“Il minestrone con una pietra delle Ande” (china di Vermiglio Petetta), si trova in un salone di Mirandola (MO). Pubblicata su periodici anche a Cleveland, me la suscitò don Cherubino Giardini, missionario per 20 anni a Lima (Perù). Ecco la storia. Un povero straniero arrivò sul tramonto in un villaggio delle Ande e iniziò a preparare un minestrone. Nel caldaio versò acqua e mise una pietra. Un “campesino” si fermò incuriosito. “Un minestrone?” osservò incredulo, ma in casa ripensò a quel fuoco inutile. In fondo a un cassetto trovò due fagioli. “Faranno compagnia alla pietra”. Uscì, con quel tesoro stretto in mano, e tornò dallo sconosciuto. Lo guardò come fosse un amico e li fece scivolare nel paiolo. Lo straniero gli sorrise. Anche altri “campesinos” si fermarono, scuotendo la testa: “È matto, poveretto!”. I poveri però non sono indifferenti. Cercarono… e tutti uscirono dalle loro povere case chi con verdura, chi con mais e altri con pane secco o una patata. Tutti donarono le loro semplici cose. La notizia del “minestrone con una pietra” si era diffusa nel villaggio. La pietra presto scomparve sotto tanto buon cuore. Iniziò a bollire l’acqua e un profumo di minestrone si sparse nell’aria della sera. “È troppo per me, ce n’è per tutti” disse lo straniero. La gente del villaggio tornò a casa per portare ciotole e cucchiai di legno, si sedette intorno al fuoco e si mise a mangiare. La cena di uno solo, arrivato senza nulla, divenne la cena di tutti. Una grande “fiesta” tutti insieme, amici e solidali. “Sulla Cordigliera delle Ande i poveri sono tanto poveri, ma hanno il dono della solidarietà, hanno il senso della comunità” mi disse l’amico don Cherubino (spentosi tra i giovani di un campo scuola a Macereto, il 25 giugno 2006).

Vermiglio Petetta

 

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