Ecco l’interessante e celebre conclusione della “Critica della ragion pratica” di E. Kant: “Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuove e crescenti, quanto più sovente e a lungo si riflette sopra di esse: il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me”. Ma se ci si attiene all’attestazione dei sensi e dell’analisi della ragione, tra queste due dimensioni, la logica esteriore, che muove il cielo stellato, e la logica interiore, che fa sorgere la legge morale, ci sarà sempre una dolorosa scissione. Esse possono essere lette in armonia, secondo il pensiero filosofico e scientifico dell’antichità; ma possono anche essere lette in radicale opposizione, secondo la mentalità scientifica odierna, all’insegna del riduzionismo. Perciò solo ponendo un altro principio più alto, la dimensione fisica e quella etica si possono unire in armonia! Dio è il ponte che consente di unire il pilastro della natura con il pilastro dell’etica. Ovviamente non è possibile dimostrarlo: infatti vi interferisce sempre la teoria delle stringhe. Allora si richiede un investimento emotivo chiamato fede! Credere in Dio è il modo per creare quel ponte tra ciò che è quotidianità e ciò che è passione pura per la giustizia, la verità e l’onestà. Questi sentimenti, vivificati dallo spirito, che Giordano Bruno chiama “eroici furori”, sono attestazioni del più alto livello dell’essere che è divino! Si conferma che le parole più belle in assoluto, che sappiano esprimere questi sentimenti, siano state scritte da J. W. Goethe: “Ma io non cerco la salvezza nell’indifferenza: il fremito è la miglior parte dell’umanità. Per quanto il mondo faccia pagar caro il sentimento, l’uomo, quand’è commosso, sente nel profondo l’immensità”. Non si poteva alludere a nulla di più poetico per definire la logica esteriore, se non come ad una affascinante volta notturna trapunta di stelle, così come è molto rigidamente fermo e serio il richiamo alla logica interiore, che è legge morale! Quella morale che dobbiamo ricamare punto dopo punto nel percorso della nostra vita e che assieme al libero arbitrio deve guidarci alle giuste scelte di vita, con onestà e giustizia, verso quel dolce “fremito” con cui le anime sensibili rispondono a chi sostiene gli interessi dell’umanità! Credere a quel “Ponte che è Dio” significa dare ad attimi di “fremito” lo statuto non di emozioni fuggevoli e ingannatrici, ma della rivelazione del vero volto dell’Essere: l’eterno presente nelle fibre del tempo!
Fulvia Foti
Dubbio e realtà
di Fulvia Foti
C’è una inquietudine
che turba…
perché il dubbio
ha sentito
la parvenza
d’un mentire
d’un tradire
d’un capire
che la realtà
è chimera!
La verità
è una maschera
menzognera…
Ha mille volti
mille sorrisi
mille carezze,
ma nessuna
è sincera!
20 aprile 2018