Notizie vere, curiose e divertenti: il crespigno romano

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A scherno dei maceratesi si racconta che per l’Anno Santo del 1900 una comitiva di pistacóppi, guidata da un prete andò in pellegrinaggio a Roma. La comitiva non si limitò alla visita delle basiliche, ove si davano spettacolari riti liturgici, delle catacombe e degli altri siti religiosi d’obbligo.

 

Ai Fori Imperiali

Il prete acconsentì a guidarla in una breve gita turistica, consistente nella visita ai Fori Imperiali. A quel tempo questi si trovavano in stato di semi abbandono. Solo più tardi, infatti, il fascismo li avrebbe messi in ordine e valorizzati. All’epoca, tra i ruderi, crescevano erbacce, da cui solo raramente venivano liberati, e d’altronde nessuno, data la grandiosità dei monumenti e la bocca buona dei visitatori, faceva gran caso a quella incuria.

 

Al Colosseo… la “grispigna”!

Fu proprio alla vista del Colosseo che a uno dei nostri gitanti venne da esclamare: “Fiji de la Madònna, che stracce de sagraméndu! A confróndu lu Sfiristerìu nostru adè lu jiréllu de li frichi!” (Figli della Madonna, che razza di gigante! A confronto lo Sferisterio nostro è il girello dei bambini!). La moglie, che gli era accanto e che in qualità di massaia era più interessata alle erba, disse: “Per forza: Roma è Roma e a Roma tutto è più grósso. Te vasta a dà’ ‘n’occhjata a ‘sta grispigna. Tu vàrda che razza de cispu sprocedatu! Ce se pòle bbuscà dréndo lu cuppoló de le ‘Erghjene!” (Per forza: Roma è Roma e a Roma tutto è più grosso. Ti basta dare una occhiata a questo crespigno. Tu guarda che razza di cespo spropositato! Ci si può nascondere dentro il cupolone delle Vergini!).

11 maggio 2018

 

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