Un artista di passaggio a Macerata: Jacovitti “Lisca di pesce”

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Del soggiorno maceratese di Jacovitti si hanno poche notizie e frammentarie; del resto le biografie, apparse numerose specie dopo la sua scomparsa, si limitano, e non tutte, a ricordare Macerata come una breve tappa del lungo viaggio dell’artista da Termoli a Roma, passando per Firenze, seguendo i trasferimenti del padre ferroviere.

 

Jacovitti abitava in via della Pace

Per quanto mi riguarda fu solo una quarantina di anni fa che appresi per caso del soggiorno maceratese di Jacovitti; lo venni a sapere da un collega, suo compagno alla Scuola d’Arte. Poi ebbi ulteriori notizie dal figlio del padrone della casa dove Jacovitti abitava, in via della Pace, davanti alla scuola Fermi.

 

Più notizie nel “Pavone nudo” di Piermattei

Molto più dettagliata, infine, è la descrizione del Jacovitti maceratese nel “Pavone nudo” di Lamberto Piermattei; un libro che ha il raro pregio di farsi leggere tutto di un fiato. In un ampio capitolo del volume vi sono molti ricordi di chi ha conosciuto bene il “lisca di pesce” di un tempo, a scuola e fuori: frammenti preziosi per comprendere la personalità e il carattere dell’artista. Non ho trovato altre testimonianze, forse per la breve durata della permanenza “in loco” e anche per il fatto che era ancora troppo giovane per lasciare un segno nella vita artistica locale.

 

Tornò con la macchina fotografica a tracolla

Ma Macerata gli era rimasta nel cuore, anche se più volte, nel corso di contatti telefonici, fece capire di non averla più rivista dagli anni giovanili. Ma non era vero, perché proprio il suo vecchio padrone di casa era certo di averlo visto una mattina presto aggirarsi nei pressi dell’abitazione, con una macchina fotografica a tracolla. Forse era venuto a caccia di ricordi, ma di nascosto, per un ritorno al passato che voleva conservare tutto per sé.

 

Il disegno

Era comunque previsto un ritorno alla grande, in occasione di una mostra filatelica dedicata al fumetto. Aveva dato con entusiasmo il suo assenso, poi dovette a malincuore rinunciare per una improvvisa malattia dell’adorata moglie. Ma della città aveva un buon ricordo, quello che si ha in età avanzata della giovinezza, un periodo breve ma felice, almeno nella memoria. E di ciò ne è testimonianza il disegno che volle inviarmi: inneggia alla città e, incidentalmente, al sottoscritto.

Siriano Evangelisti

7 agosto 2018

 

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