Facoltà di Medicina: “Numero chiuso sì, numero chiuso no”

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Nella serata di lunedì 15 ottobre 2018 si è riunito il Consiglio dei Ministri per presentare la Legge di Bilancio 2019, come riportato nel comunicato stampa n. 23 emesso dopo la mezzanotte da Palazzo Chigi.  

 

L’innovazione contestata

Tra le principali innovazioni introdotte dal provvedimento possiamo trovare testualmente al punto 22 “Abolizione del numero chiuso nelle Facoltà di Medicina – Si abolisce il numero chiuso nelle Facoltà di Medicina, permettendo così a tutti di poter accedere agli studi”.

A sorpresa dunque il Governo sceglie di prendere questa decisione, non curante delle conseguenze disastrose che potrebbero portare nel giro di pochi anni l’intero sistema sanitario e accademico al collasso.

In seguito alle prime proteste, che non hanno tardato a palesarsi nelle realtà universitarie nazionali, la Presidenza del Consiglio ha precisato attraverso un secondo comunicato stampa che si tratta di un obiettivo politico di medio periodo per il quale si avvierà un confronto tecnico con i Ministeri competenti e la Conferenza dei Rettori delle università italiane (CRUI) che potrà prevedere un percorso graduale di aumento dei posti disponibili, fino al superamento del numero chiuso.  

 

La critica

A nostro avviso questo processo si sarebbe dovuto svolgere all’inverso, permettendo alle varie componenti interessate di esprimere e discutere preventivamente i differenti punti di vista, al fine di raggiungere un accordo e strutturare una proposta complessa e valida nel lungo periodo. Le modalità con cui si è arrivati a questa decisione lasciano facilmente intendere la volontà di costruire uno spot elettorale per le vicine elezioni europee, mentre i diretti interessati attendono ancora delle risposte.

Per “Azione Universitaria” questo provvedimento andrebbe a peggiorare ulteriormente la condizione dei nostri aspiranti medici; il vero problema da risolvere è infatti relativo al necessario intervento sul processo di selezione per le Scuole di Specializzazione, attualmente a numero chiuso e di gran lunga inferiore al numero di laureati in Medicina.

Non possiamo negare di essere rimasti allibiti e spaesati di fronte a ciò che sta succedendo.

Auspichiamo che la Lega si faccia garante dei valori della destra universitaria, anziché appoggiare quelli dei sindacati studenteschi e dei centri sociali, costruendo un disegno meritocraticamente valido.

Dario Francesco Pinna (Dirigente Nazionale Azione Universitaria – Responsabile AU per la Regione Marche)

18 ottobre 2018

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