Macerata, il libro “Una poetica della vita. Gli scritti di Nino Ricci”

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A Macerata, venerdì 16 novembre 2018 alle ore 17:00, presso la Sala Castiglioni della Biblioteca Mozzi Borgetti, ci sarà la presentazione del volume “Una poetica della vita. Gli scritti di Nino Ricci”, curato da Lucio Del Gobbo e da Luigi Ricci, edito dall’Associazione Culturale Centofiorini di Civitanova Marche.

 

Analisi del libro

La lunga attività artistica di Nino Ricci (Macerata, 1930) si riflette nella raccolta dei suoi scritti dedicati a memorie e riflessioni, a pittori del XX secolo, a questioni teoriche, tecniche e a fatti d’arte maceratesi e nazionali, curata per i tipi dell’Associazione Culturale Centofiorini di Civitanova Marche Alta (224 p.) da Lucio Del Gobbo e Luigi Ricci. Il volume, intitolato Una poetica della vita. Scritti di Nino Ricci, si apre con una sezione nella quale l’Autore si presenta descrivendo gli oggetti a lui più cari – come il képi del nonno, sottotenente della Guardia Nazionale, e una foto, scattata dal padre nel 1931, di lui bambino in braccio a un garibaldino –, uniti alle impressioni prodotte dai racconti della Grande Guerra, uditi dai suoi famigliari. Si prosegue illustrando le diverse sfaccettature della sua ricerca, emerse durante gli anni della formazione: dall’incisione, approfondita e perfezionata all’Istituto Superiore di Belle Arti di Urbino (la Scuola del Libro), alla passione per il cinema, seguita, a Roma, studiando scenografia all’Accademia di Belle Arti e, in seguito, costume al Centro Sperimentale di Cinematografia, fino alla pittura. Una ricca selezione di ritratti di amici e maestri di riferimento, comunicati stampa e articoli, presentazioni di rassegne d’arte da lui personalmente curate e, persino, appunti per “fare lezione” permette di ricostruirne il percorso umano e creativo e l’ininterrotto e proficuo dialogo con la città natale. Il ritorno a Macerata (nella seconda metà degli anni ’50) lo ha visto infatti, per decenni, tanto attento e critico osservatore delle trasformazioni urbanistiche quanto protagonista e animatore della vita culturale cittadine, da un lato, con l’organizzazione di mostre memorabili e, dall’altro, con l’insegnamento, presso Istituti d’arte e Licei, di discipline tecnico-artistiche. Non manca, infine, una sorta di “manifesto” teorico-pratico del suo operare. Qui, Ricci concede preziosi indizi sui suoi modelli e fonti di ispirazione (fra cui spiccano le suggestive immagini dei viaggi fatti a Corinto e a Praga) e pone in evidenza il nesso fra la carta, supporto privilegiato della sua attività, e i colori tenui del paesaggio maceratese, sviluppati nella luce vibrante e nell’impianto architettonico inconfondibili dei suoi lavori. L’edizione si avvale delle riproduzioni di una trentina di opere, che creano un puntuale contrappunto fra le parole e le forme.

Giada Sbriccoli

12 novembre 2018

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