San Ginesio, ex studenti del magistrale s’incontrano

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Commozione e bei ricordi

san ginesio

 

Il suono della campanella dell’antico Istituto Magistrale fa affrettare inconsciamente il passo e, come una volta, tutti nell’Aula Magna, rumorosamente, lanciando battute: “Mi metto all’ ultimo banco così non mi interroga!”. “Io stavo vicino a…”. Un nostro amico arriva in ritardo e tutti: “Sei sempre il solito ritardatario!”. Il clima è allegro come a dire: “Questo incontro ci voleva!”. Saluti, abbracci sinceri, sentiti e affettuosi, nulla è formale. E’ da tanto tempo che non ci si vede, dall’anno scolastico 1967/1968 … Quarantaquattro anni! Ma ci vuole poco per riconoscersi con piacere e vera commozione. Siamo contenti. Sono lì ad accoglierci il Sindaco di San Ginesio Mario Scagnetti, il Presidente della Comunità Montana Giampiero Feliciotti, l’attuale Dirigente Scolastico Giorgio Sancricca, alunno, insegnante e Preside molto stimato dell’antichissimo Istituto Magistrale ora Liceo Psico-pedagogico e Linguistico “ A. Gentili”.

 

Gli insegnanti

Anche gli insegnanti di quel tempo sono presenti: Giovanni Baglione, Antonio Cingolani, Antonino Giambò, Maria Grazia Gigli, Maria Carla Romiti, Don Giuseppe Scuppa e Carla Torquati; come una volta, i nostri professori fanno l’appello consegnandoci le vecchie pagelle di ammissione agli esami dell’ultimo anno. Suona come  una “ minaccia” la lettura delle valutazioni: panico generale…  Segue il silenzio perché è giunto  il momento di ricordare e pregare per coloro, insegnanti e compagni, che ci hanno lasciato. Sentiamo la loro presenza, c’è una commossa partecipazione. Quindi si ritorna al presente, ogni insegnante richiama alla memoria con piacere la propria permanenza a San Ginesio e la gente del luogo, rammentando gli inizi della propria carriera, fatta di entusiasmo nel dover trasmettere sani principi educativi con professionalità. Di fatto non ripensiamo tanto alle nozioni che ci hanno insegnato, quanto al loro essere persone, persone, di grande prestigio e autorevolezza.

 

Il dono dell’artista

Poi  l’amico Mario Migliorelli, oggi noto artista, che ha frequentato l’ Accademia Degli Incatenati, ci fa il gradito dono di un suo disegno con dedica  significativa: “Anche se la vita ha condotto ciascuno di noi per strade diverse, questo incontro non vuol essere una commemorazione nostalgica di un passato che comunque non c’è più, ma un augurio per tutti di un buon proseguimento guardando al futuro …Gli anni passano… Le amicizie restano! ”.

 

La poesia in dialetto e le foto

Valeria Balzi, una compagna dell’età più bella,  ci saluta e ci regala una poesia in vernacolo (ndr: a fine articolo). La recitazione di quei versi  fa ritornare ai nostri diciotto anni e ci sentiamo immersi in quei valori in cui siamo cresciuti, quando il rispetto per le compagne era un sentito dovere, quando l’amore era prima di tutto un sentimento, “quanno certe cose non se putìa fà’ e, se java vé’ , bisognàa  ‘spettà e ’ llongà lu collu”;  infatti  stringere la mano a una compagna a cui si teneva era una grande emozione, perché  finalmente si riusciva a esternare i propri sentimenti.  La mattinata si conclude  con la piacevole sorpresa di Fabio Petetta che  distribuisce foto scattate 44 anni fa in occasione di una storica castagnata che ci  aveva coinvolto tutti.

 

Il pranzo

Felici e chiacchieranti, nell’ora in cui la pancia brontola, ci  avviamo su per l’ antica “stradetta” e raggiungiamo piazza Alberico Gentili, dove alcuni compagni vanno a salutare l’amico di un tempo “Gazzosa” nella sua storica tabaccheria; la prof. Gigli riconosce Mauro Troiani, grande amico degli studenti di allora, e  lo chiama con il suo soprannome “Fettina”. Durante il pranzo, nell’elegante Albergo Centrale “Il  Borgo”, continuano ancora ricordi allegri e risate. Il tempo passa in fretta, ci salutiamo con la promessa di rivederci. Un gruppetto fa visita al camposanto per portare un fiore. L’artefice e coordinatore di  questo straordinario, significativo e felice incontro,  avvenuto  sabato 28 gennaio 2012, è Giuseppe Belloni, è lui, infatti, che ha pensato alla perfetta organizzazione, si è dato da fare e ha curato tutto nei minimi particolari riuscendoci in pieno: “Grazie!”

 

La poesia in dialetto: “Quarantaquattr’anni”

Quantu tempu è passatu!

Quarantaquattr’anni!

Non pò esse’!

E se sende lu visognu de rvedésse.

Allora Peppe cerca a quillu,

cerca a quill’atru,

e ce  sarrìa  pure quist’atru…

Dice: “Quistu no’ l’ho stroàtu”.

Cerca de qua, cerca de là

finarmente ogghj ce struìmo qua.

Co’ piacere e commoziò′

ce guardìmo, ce strignìmo le ma’.

Simo cambiati nell’aspettu

ma lu core è sempre lu stessu.

Esse ce recorda lu rispettu che j’imo portato.

Issi li sotterfugi pe’ vedélle e strigneje le ma’

che era una cosa che le facìa tremà’.

La commozio’ dell’amore co’ lu rispettu de li tempi

ce frenava l’istintu ma criscìa li sentimenti.

L’ho ‘ncontrata jò la scola,

simo jiti su lu colle…

che bellezza!

Je l’ho fatta a dije

che vurrìo  daje ‘na carezza!

Che sindimenti!

Che dorgezza!

Ogghj, con sindita condendezza, 

 ricurdìmo de core li professori

che ci-ha fatto crede’ in certi valori.

 

Sagninesci 28/1/2012

La compagna de sempre, Valeria

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