Maria Marsili Patrignoni

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Vi raccontiamo una scrittrice

 

maria marsili patrignoniNon è una “illustre sconosciuta”, come si definisce, ma una scrittrice che ha vinto concorsi di poesia e ottenuto riconoscimenti. Nacque a Muccia nel 1928, scomparso il padre da giovane, la madre con le due bambine decise di trasferirsi a Roma per lavorare come collaboratrice domestica.

 

L’esperienza nella tipografia libraria

Intorno agli anni 1940 a Roma era ospite delle suore Figlie di San Paolo e lavorava nella loro tipografia libraria. Quando Maria giunse nell’istituto don Alberione aveva già fondato nel 1931 la rivista “Famiglia Cristiana”, stampata in un’altra tipografia. All’inizio piegava i sedicesimi poi chiese di passare a comporre i caratteri di piombo, perché lo riteneva un lavoro più intelligente: doveva interpretare i manoscritti dei libri da stampare e bisognava ricordarsi tutte le lettere. Per stampare le fotografie e immagini si usava la “pedalina”, la Linotype era chiusa in una cabina perché ritenuta pericolosa per la salute. Già qui affiorano le sue capacità narrative.

 

La furia della guerra

La furia della guerra non toccò direttamente l’istituto, la notte si dormiva nelle grotte sottostanti usate come magazzino e naturale rifugio antiaereo. Nell’istituto notò diversi nuovi sacerdoti, in realtà erano rifugiati che sfuggivano alle persecuzioni. La guerra per lei, la mamma Francesca e la sorella Gioconda fu una palestra di sopravvivenza. In quel periodo Maria, provata dalla dura vita di collegio, si sentiva rifiutata da Muccia sua cittadina natale, in seguito l’ha ben descritta nel volume in preparazione all’interno del racconto “La villetta rosa” come “adagiato nella stretta valle del Chienti come un bimbo nella culla”.

 

Insegnante a Fiegni

La sorella dell’avvocato Berardi, datore di lavoro della madre, era insegnante e scriveva libri a carattere narrativo e didattico; Maria ne ricevette l’impulso a superare la forma mentale del collegio e frequentò un corso di stenodattilografia, utile in seguito. Superò gli esami all’abilitazione magistrale e vinse un concorso, la sua prima sede fu Fiegni, una scuola di campagna del Comune di Fiastra. Ricorda: “Era il 1948 e la grande diga era in progettazione, si stavano eseguendo i sondaggi per valutare la resistenza”. Nel 1951 divenne insegnante di ruolo. I ricordi di quella esperienza didattica li troviamo nel suo diario “Dal profondo della memoria” con i disagi e le speranze del periodo postbellico, prefazione a cura di Alberto Sensini (Roberto Scocco editore Macerata 2003).

 

Altre pubblicazioni

“Il fiume scorre lento” rievoca l’esperienza romana con riferimenti al Tevere, prefazione-intervista di Alberto Sensini (Edizioni Ephemeria Macerata 2005). Al libro la giornalista Francesca Alfonsi ha dedicato un ampio servizio su Rai Tre. “Con gli occhi di Giulia” è il monologo di una nonna che rievoca la vita della sua nipotina nei primi due anni (Edizioni Ephemeria Macerata 2007). “Al tramonto” è una raccolta di poesie, espressione dei suoi più genuini sentimenti (Edizioni Simple Macerata 2008). “Il giardino delle sirene” fu abbozzato da giovane e dedicato alla vita missionaria in Etiopia e nel Corno d’Africa (Edizioni Simple Macerata 2010).

 

Scrivere per comunicare

Per Maria scrivere è un mezzo per comunicare e trasmettere le esperienze positive alle nuove generazioni. Come in una filigrana, nei suoi scritti traspa-re la società con le aspirazioni e le attese umane. La Muccia dei giorni nostri le è sembrata bella e accogliente, molto di più di quanto l’aveva dovuta lasciare per difficoltà economiche, alla ricerca di un lavoro come tanti fecero in quel periodo. Si era innamorata di Roma, ma l’insegnamento l’ha portata a Fiastra, a Pollenza e in ultimo a Sforzacosta dove vive tuttora. Gli scritti di Maria contengono ampi riferimenti autobiografici, hanno ritmi pacati, un linguaggio semplice che rifugge però dalla noiosa linearità. La scrittrice ha in preparazione una raccolta di 16 racconti, brevi e lunghi, alcuni dei quali racchiudono le sue esperienze di vita negli ultimi decenni e includono fatti tra cronaca e leggenda, taluni ambientati a Muccia. Uscirà presto un altro suo volume dal titolo “Il cielo: tanto lontano così vicino”, sulla vita dei quattro nipoti.

Eno Santecchia

 

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