Gino Campetella

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di Lucia De Luca

 

gino campetellaBuio in sala, il brusio del pubblico che lentamente scema mentre le prime note musicali accompagnano il sipario che si apre… gli attori sul palcoscenico che ammaliano gli occhi e incantano gli animi. Ah, la magia del Teatro! Il più delle volte, però, dimentichiamo che non solo gli attori o il regista fanno sì che questa magia ogni sera ci rapisca. Dietro le quinte, altri magici personaggi si muovono nel buio… direttori di palco, suggeritori, costumisti, scenografi e poi loro, i tecnici del suono e delle luci. Incontriamo Gino Campetella, che ha dedicato la sua vita lavorativa al Teatro dietro le quinte. Lo troviamo… in un teatro! nel Teatro Comunale di Treia. Ci sorride, ci prega di aspettare un po’ mentre risponde al telefono. A Treia si occupa della gestione tecnica e di biglietteria, nonché di una profonda collaborazione con il Comune promuovendo l’organizzazione anche di Laboratori teatrali per ragazzi e adulti.

 

Quando hai iniziato questa avventura?

I miei primi passi risalgono alla metà degli anni ‘80 con piccole collaborazioni con gli amici del Teatro Totò di Pollenza, i cui componenti all’epoca erano fra gli altri Massimo Romagnoli, Giancarlo Salvucci, Franco Tomassini, Antonina Scaduto. Più che un lavoro era un puro divertimento perché si era creato un gruppo di artisti scalmanati che mi ha trascinato letteralmente nel modo dello spettacolo. Successivamente, verso la fine degli anni ‘90, mi è capitata l’occasione, avendo conosciuto tramite gli “scalmanati” di cui sopra, Saverio Marconi e Michele Renzullo, di poter collaborare con la “Compagnia della Rancia” e da lì trasformare la passione in una professione che prosegue fino a oggi.

 

In che consiste esattamente il tuo lavoro?

Il mio lavoro, che è sempre in primis una grande passione, consiste a oggi nell’operare in vari Teatri fornendo servizi che vanno dalla gestione di biglietterie ai services audio e luci. In pratica, tutta la parte tecnica necessaria a tener vivo ed efficiente un Teatro, con qualche incursione nella parte organizzativa e di produzione.

 

Hai citato grandi nomi…

In tutti questi anni mi sono “passati davanti” e ho collaborato e incontrato in diverse situazioni di allestimenti e tournée, una miriade di artisti di teatro compresi alcuni mostri sacri, che vanno da Paola Borboni a Giorgio Pana-riello, passando dal famoso Trio (Solenghi, Lopez, Marchesini) ai fratelli Carlo e Aldo Giuffrè. Ma il lavoro più importante l’ho svolto con la Compagnia della Rancia: con loro ho vissuto lunghe e bellissime tournée e ho partecipato a quasi tutti gli allestimenti degli spettacoli più significativi, partendo da “A Chorus Line” fino a “Pinocchio”. Quello però che più ha segnato la mia vita è stato lo straordinario spettacolo “La Cage aux Folles” per me in assoluto il più significativo e spettacolare lavoro messo in scena da Saverio Marconi.


Questa tua lunga attività ti ha portato a fondare “Teatro service”.

“Teatro Service” è una struttura nata inizialmente per gestire in modo autonomo tutti i servizi all’interno dei Teatri (biglietterie, personale tecnico, maschere e quant’altro) collaterali alla Compagnia della Rancia, che gestiva diverse strutture teatrali: il Teatro Vaccaj di Tolentino, il Gentile di Fabriano, il Piermarini di Matelica, a cui in seguito si sono aggiunti La Nuova Fenice di Osimo, il Comunale di Chiaravalle. Con il tempo si aggiungevano e uscivano Teatri a seconda delle politiche dei vari Enti proprietari. Attualmente la “Teatro Service”, trasformatasi in Cooperativa, oltre alle gestioni tecniche e organizzative, opera con services e tecnici in vari  teatri della Regione anche a servizio dell’Amat. Più recentemente si sta orientando anche nel settore della scenotecnica e assistenza alle Compagnie Teatrali.


Cosa è per te il teatro?

Ho conosciuto persone straordinarie, lavorato in teatri storici, collaborato per realizzare allestimenti di grande livello… Il Teatro non è un luogo ma una dimensione dell’animo umano”.

Mentre risponde a quest’ultima domanda i suoi occhi, contornati da folte sopracciglia, si illuminano e brillano, come solo brillano gli occhi di quelle persone che vivono il loro lavoro con grande impegno, serietà e passione.

 

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