Il lonzone

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Satira politica

 

Mia madre ieri mi è apparsa in sogno e mi ha scongiurato di cacciare di casa la signora Talia, la Musa della satira, una donnona importuna e cicciotta che ti fa certe risate improvvise da spaccarti i timpani e che ti manda a monte le serate di gala col presidente della Folletto. Una esortazione accorata la sua (“Ti fai troppi nemici, Enzo!”) come quando da piccolo mi raccomandava di non sudare. “E soprattutto non metterti all’aria!”. Era preoccupata per le adenoidi. Fino a qualche ora fa ero decisissimo a obbedire alla mia povera mamma (mi son dimenticato di dire che ho tentato di riabbracciarla tre volte, ma per tre volte le mani mi sono ricadute sul petto), anzi ho fatto perfino il fioretto di andare dal cattocomunistone del circolo Acli – che mi guarda sempre torvo, anche quando compro la liquirizia a mio figlio Giovannino – a dirgli che non chiamerò più Rosy Bindi la Saponificatrice di Correggio e che non scriverò più una riga su Nonna Marì D’Alema, la vecchina dalla molotov facile. Poi non fai a tempo a rinsaldare i buoni propositi, che arriva nella tua cristalleria l’Oronzo Canà della politica nostrana, Rocco Buttiglione. Questo lonzone una volta insegnava a Urbino ed era uno svanito, uno talmente immerso nella teoresi che perdeva l’orientamento con niente: girovagava nel vicolo dietro casa e gli studenti dovevano sbriciolare otto file di pane da chilo come Hansel e Gretel per indicargli la strada del ritorno. Anche quando faceva parte del Polo della Libertà il lonzone sembrava il fanciullone pascoliano ed era buffo quel suo modo di parlare con improvvise impennate di falsetto e orsacchiotteschi urletti preterintenzionali. Poi è successo qualcosa. Sarà stato per la compagnia di Pierferdinuotando, Rocco si è incarognito e ora non perde un attimo se c’è da attaccare Berlusconi, anche sul piano umano. Un po’ di tempo fa, in una intervista a Maria Latella, il lonzone ha trattato un tema di grande rilievo filosofico: Berlusconi e le donne. Berlusconi è uno sporcaccione, parla di donne al bar dello sport, racconta le barzellette zozze, le donne vanno rispettate e lui, il lonzone, le rispetta, è galante, la sua preferita del pidielle è Beatrice Lorenzin, Berlusconi ha appiccato un incendio alla società e i giovani vogliono fare come lui, questa o quella per me pari sono, non bisogna fare i gradassi con le donne ma toccarle con una panzè. Dunque Berlusconi è stato il gran corruttore, il lenone di una intera generazione, così dice il lonzone. Ma è anche vero che a Silvio hanno messo le cimici perfino sulla punta del piperino e sul penoso attrezzo dei prostatectomizzati (qualche comico si è attaccato pure a questa cosa triste e dolorosa), lo hanno braccato, pedinato, registrato mentre faceva yuuu con accanto la cimadirepe D’Addario. E Pierferdinuotando, il divorziato? D’accordo, lui è furbetto, ha regolarizzato l’unione con Azzurra, ma vogliamo dirlo che ha sposato la figlia del padrone e che la figlia del padrone potrebbe essere sua figlia? E qualcuno si ricorda di Emilio Colombo, dei festini di Emilio Colombo? E di Fini, lo zio Pino della politica che ha sposato l’ex donna di Giorgcluni Gaucci? A Silvio piacciono le giovinette? Piacevano anche al poeta Orazio. Si ricordi poi Rocco che prostitute e pubblicani forse avranno un destino migliore del nostro. Eppure siamo uomini onesti, uomini probi, trallalallallalallalero.

Enzo Nardi

 

 

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