La storia di Macerata a piccole dosi, ottava puntata

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Liberamente tratta da “Storia di Macerata”,

origini e vicende politiche di Adversi, Cecchi, Paci

 

A 300 anni dalla nascita

Macerata divenne “città”

 

Il primo catasto

Fino alla morte di Manfredi Macerata rimase ghibellina e solo nel 1266 ritornò guelfa e, in questo periodo, ci fu la compilazione del primo catasto della storia maceratese. Si fecero trattati di pace con Montolmo, già assalita dai ghibellini, con Montecassiano e Monte Milone. Poi, nel 1282, il Rettore della Marca, per legare i centri sempre più alla parte guelfa, emanò disposizioni per cui i comuni non potevano eleggersi né podestà né ufficiali. Macerata protestò vivacemente.

 

Il primo statuto

Sembra che il Comune avesse uno statuto di cui non si hanno altre notizie, salvo un documento del 1245 in cui si accenna al “Capitulum et privilegium Macerate”. Il 7 dicembre 1287 si decise di compilare un nuovo statuto e fu incaricato Soldano di Carbone. Gli organi più importanti erano il Consiglio Generale e quello Speciale o di Credenza. Del primo facevano parte sei “Statutari” per ogni contrada, 25 Consiglieri per ogni quartiere per un totale di 100; del secondo 6 Consiglieri per ogni quartiere. I Consiglieri duravano in carica tre mesi. Altro organo comunale era il Podestà, in genere forestiero. Non c’era ancora una “Casa comunale” per cui i consigli si tenevano, dal 1277 al 1281, presso i Mulucci.

 

Tassa, il popolo si ribella

Nel 1287 si decise la costruzione del Palazzo comunale, per reperire i fondi si stabilì una tassazione “inversamente proporzionale”. Il popolo insorse e ci scappò il morto, Riguccio, seguace di Grimaldo di Corrado. Fu pacificatore il giudice della Marca Monaldello di Monaldo da Gubbio il quale decise che ogni cittadino potesse dare liberamente.

 

Politica estera

Questo periodo fu abbastanza pacifico. Avvenne una incursione su Monte Milone, si ebbero screzi con Montolmo, ci fu un’alleanza con Camerino contro Nocera, nel 1290 inviò armati a Tolentino per formare un esercito contro i camerti, ribelli alla Santa Sede. Intanto nel 1272, 1281 e 1289 si tennero a Macerata i Consigli provinciali, segno che il Comune cominciava a essere più importante, e talvolta qui aveva avuto sede anche la Curia. Nonostante che nella regione si svolgessero infinite guerre di campanile, Macerata alla fine del XIII secolo godette di un periodo di pace.

 

Il Palazzo del Comune

I Consigli comunali continuavano a tenersi, oltre che in casa dei Mulucci, nella chiesa di San Giuliano, in casa del nipote dei signori Berardi o di Guglielmo di Massio. Finalmente il 13 aprile 1288 si stipulò un contratto con Bartolomeo di Bonfiglio per la costruzione del “Palatium magnum in platea ante ecclesiam Sancti Petri”. Avvenne anche un altro fatto importante, i maceratesi ottennero da Papa Nicolò IV, marchigiano, la facoltà di eleggersi il, loro Podestà.

 

Finalmente “Civitas”

All’inizio del XIV secolo ricominciarono le ribellioni contro la Chiesa e Macerata rimase guelfa. Fu assalita dai ghibellini al comando di Federico da Montefeltro che uccisero, catturarono uomini e appiccarono incendi. Comunque rimase fedele alla Chiesa e il Papa Giovanni XXII, indignato contro le ribelli, e ghibelline, Recanati e Fermo, mosso da gratitudine verso Macerata, grazie anche all’influenza dei Mulucci, il 18 novembre 1320 trasferì la sede vescovile di Recanati a Macerata, togliendo il territorio diocesano parte alla diocesi di Fermo, parte a quella di Camerino. Così, ad appena 300 anni dalla sua nascita ufficiale, Macerata conseguiva il titolo di città e la sede vescovile.

continua

 

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