Facce da…

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Piccolo manuale per riconoscere le…

 

Sono tutti così: qualsiasi ruolo essi ricoprano, ovunque agiscano, ammogliati o scapoli, attraenti o bruttini, le “facce di bronzo” si riconoscono a un miglio! “…li tro-viamo sempre a galla, sempre al posto di comando, spesso senza averne l’autorità, l’abilità o l’intelligenza, ma con la sola bravura delle loro facce toste (…) hanno tutti la stessa faccia, le stesse espressioni, gli stessi modi.” (Totò da “Siamo uomini o caporali?”). Certo “il potere logora chi non ce l’ha”, ma a ben vedere consuma anche chi ne possiede. La smania di potere è un vortice che mai si ferma: più se ne ha, più se ne vuole e a ogni costo. Queste “facce da…” hanno anche una “testa di…” e soffrono del “delirio di onnipotenza”, uno stato mentale in cui scompaiono capacità di riflessione e senso critico e dove la percezione della grandiosità del proprio “io” incrementa il rischio di commettere infrazioni. Il senso di prevaricazione per alcuni è una sorta di assicurazione contro le sofferenze e le sopraffazioni. Ma chi pensa in tal modo, agisce preventivamente da squalo verso chi è meno smaliziato, credendo di sfangarla e di essere un vincente. Il motto è fagocitare il prossimo. “I caporali” si mascherano con una parvenza di perbenismo sociale che li rende certi del loro progetto e insospettabili agli occhi dei più: non si perdono una messa, parlano di perdono come se fossero portatori di “parola santa”, vanno alle le riunioni di condominio e non litigano quasi mai con alcuno. Ecco il punto cardine: non litigare con anima viva è un comportamento non umano, ipocrita o quantomeno indice di un esercizio di autocastrazione dei propri veri sentimenti. Bisogna diffidare da chi non muta, da chi è troppo fedele alla maschera che indossa. Queste facce da.. sono nei posti più disparati: nella “stanza dei bottoni”, ma anche al supermercato, a scuola, in comune, alle poste, ovunque. Quale fattore scatena il comportamento degli “sfacciati”? La frustrazione, il senso di inadeguatezza. La loro sopravvivenza? E’ dovuta agli uomini onesti, intelligenti, portatori sani di dignità e buon senso e, spesso, in una situazione socio-economica di sfavore. La protervia soccombe solo all’onestà e alla verità; a tal proposito ci giunge cara una frase di Giovanni Falcone: “Il vigliacco muore più volte al giorno, il coraggioso una volta sola”.

Raffaella D’Adderio

 

 

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