Le 34 parole degli Annales regni francorum

Print Friendly, PDF & Email

Riconsiderare la storia dell’alto medioevo

 

s-maria-pie-di-chienti

 

Nella scarna cronaca del primo anno (il 742) degli Annales regni francorum, formata da 34 parole, c’è la verità che può consentire di rileggere gli originali delle fonti sui Carolingi, per riprendersi luoghi ed eventi “scippati” dagli storici francesi e tedeschi nell’800, tesi alla ricerca di radici culturali che non furono completamente loro perché si svilupparono nella Francia Picena e nella Tuscia, oggi Marche, Umbria, Lazio e Toscana.

 

Il testo originale

Quando Carlomannus et Pippinus maiores domus duxerunt exercitum contra Hunaldum ducem Aquitaniorum et ceperunt castrum quod vocatur Luccas; et in ipso itinere diviserunt regnum Francorum inter se in loco qui dicitur Vetus-Pictavis. Eodemque anno Carlomannus Alamanniam vastavit.

 

La traduzione secondo francesi e tedeschi

Carlomanno e Pipino, i maggiori signori, guidarono l’esercito contro Hunoldo capo degli Aquitani e presero il castello detto Lucca e cammin facendo divisero il regno dei Franchi fra loro in un luogo detto Poitiers. Nello stesso anno Carlomanno devastò l’Alemannia.

 

Una analisi più accurata

La nota è scarna ma dice molto ragionandoci invece di scavalcarla in favore della storia ufficiale, e tradotta analizzando i toponimi, la cronaca direbbe le stesse cose con un sostanziale cambiamento: Pistoia invece di Poitiers. Quest’ultima non si è mai chiamata Vetus Pictavis, anzi al tempo di Cesare si chiamava Lemonus e sugli stessi Annales (anno 761) si legge: Wairfarius dux aquitaniorum (omissis) et pervenit usque Lemovicas vastando et desertando. Invece Pistoia era un antico oppidum romanizzato da cui l’appellativo Vetus; e Pictavis non è altro che la trasformazione della S in C secondo la scrittura dei franchi e dei provenzali.

 

Logistica e tempi

Questa rilettura cambia completamente lo scenario e dà coerenza alla logistica, ai tempi di spostamento degli eserciti che, secondo la traduzione finora accettata, sono incoerenti, rientrando tutto nella norma se fosse Pistoia. Se Aquisgrana fosse Aachen Carlomanno e Pipino avrebbero dovuto coprire 1150 chilometri (da casello a casello prendendo l’autostrada che ancora non c’era), passando le Alpi con esercito e vettovaglie dopo lo scioglimento delle nevi per giungere a Lucca in estate (le battaglie campali si facevano con il tempo buono), sconfitto Hunoldo si sarebbero diretti a Poitiers oltrepassando di nuovo le Alpi (altri 1120 chilometri autostradali). Vanno a Poitiers (guardare una cartina per vedere dov’é!) per dividersi il regno, poi Pipino rientra in sede e Carlomanno va a devastare l’Allemannia. Davvero un bel giro con esercito a rimorchio che non fa più di 80 km a settimana: non stiamo nei tempi e non c’è rispetto della climatologia! Questi non valicavano le Alpi nella stagione delle tormente.

 

Perché Poitiers?

Questo determina un fatto: le riletture ottocentesche non sono credibili, mentre le scritture originali degli Annales, redatte con uno stile notarile, quindi ligio alla realtà, vanno riconsiderate. Luccas è Lucca, non ci piove, finita la battaglia perché i due vanno nella lontana Poitiers invece della vicina Pistoia? Se Pipino deve rientrare in sede ad Aachen, perché allunga andando a Poitiers? E anche Carlomanno che deve andare a devastare l’Alemannia, che va a fare a Poitiers che gli fa allungare il percorso?

 

Se invece…

Tutto nasce dalla volontà di far figurare Aquisgrana ad Aachen e se invece Aquisgrana fosse nella vallata del Chienti? Tutto sarebbe molto più semplice, la rilettura del testo originale prenderebbe una consistenza diversa, molto più realistica e non ci sarebbe bisogno di falsare i nomi dei luoghi. Partendo dalle Marche si arriva a Lucca dopo 300 km (cinque settimane di marcia), Pistoia è a 40 km, Pipino torna in Val di Chienti con il bottino e l’esercito con Carlomanno va a devastare l’Alemannia… ma quale Alemannia? Non la Germania ma la zona dolomitica dove c’erano sempre da contrastare le migrazioni barbariche (un percorso di 400 km – otto settimane di viaggio). Secondo questa interpretazione tutto rientra nella logica delle cose: riportano i tempi di percorrenza, riporta il rispetto della climatologia, riportano i toponimi, riporta un corretto rientro alla base di ambo i personaggi. Ah, questi francesi… che hanno cercato un posto in Aquitania che cominciasse con la P, trasformando con nonchalance Pictavis in Poitiers… che pasticcio hanno combinato.

Medardo Arduino

 

In foto Santa Maria a pié di Chienti, interno

 

A 8 persone piace questo articolo.

Commenti

commenti