Vince Tempera tra “I Musici” di Guccini allo Sferisterio

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di Raffaella D’Adderio

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Esperienze incredibili allo Sferisterio non solo sul palco dove si assiste al prodotto finale, ma anche là dove si vivono i momenti preparatori degli artisti che riempiono i meandri non visibili e incantevoli dell’arena. Siamo nei camerini con i musicisti italiani tra più grandi. Mentre ognuno di loro suona (Biondini, Marangolo, Mingotti, Cocchi) e Danilo Sacco (ex cantante de I Nomadi) intona qualche nota, intervistiamo il Maestro Vince Tempera. gucciniIl suo è un sodalizio lungo più di quarant’anni con Guccini e, col suo pianoforte, è ancora fedele al grande cantautore con la band de I Musici. Qualche scambio di battute con Francesco Guccini che è nella stanza a fianco e si concede generosamente a giornalisti, fotografi, fans. Il poeta de La Locomotiva ci dice di aver voluto presenziare al battesimo de I Musici, che dallo Sferisterio di Macerata (domenica 23 giugno) hanno iniziato il tour in cui suoneranno e canteranno le sue canzoni, dopo il suo addio al palcoscenico. Vince Tempera si accomoda con noi su una panca letteralmente invasa da strumenti musicali, l’atmosfera è quella dei bei tempi della canzone italiana, della magia contagiosa di artisti autentici.

Maestro, è vero che quando era un capellone e suonava coi The Pleasure Machine era solito saltare a piedi nudi sulle tastiere? – “Come fate a conoscere questo aneddoto? Comunque è vero, avevo l’anima da rocker che ancora oggi m’appartiene”.

Lei contribuì all’arrangiamento della canzone Luci Ah di Battisti; si dice che in quella occasione ebbe un alterco proprio con il grande interprete – “Sì è così. Si trattava di un pezzo rock e io suonavo al pianoforte. La seconda prova era già buona per incidere, ma Lucio insisteva per voler riprovare la canzone con il nuovo batterista (Tullio De Piscopo) e chiese a tutti di riunirci l’indomani per le 8,30 del mattino. Io non mi presentai perché considerai già buona la prima versione e così fu; infatti Battisti alla fine lasciò tutto com’era”.

Lei ha arrangiato i brani e collaborato con gli artisti più grandi del panorama italiano: I Nomadi, Guccini, Battisti, Mina, Berté, Lavezzi e tanti altri – “ Ho curato gli arrangiamenti anche per i dischi di artisti internazionali come Dee Dee Bridgewater, Ray Charles, Natalie Cole, Josè Feliciano, che ha interpretato molte cover di Battisti”.

Musiche di note pellicole cinematografiche portano la sua firma, ricordiamo Fantozzi e Febbre da Cavallo tra i film italiani e il successo americano Kill Bill vol.1 – “Il regista Quentin Tarantino scelse la musica che avevo composto per Sette Note in Nero come colonna sonora del suo film”.

Non possiamo fare a meno di ricordarla anche per aver musicato Ufo Robot e tanti altri cartoni animati i cui dischi hanno venduto milioni di copie – “Per l’esattezza, nel biennio’78-’79 vendemmo cinque milioni di dischi, un milione e mezzo solo con la sigla di Remì. Si sceglieva sempre il do maggiore e un’orchestra di fiati perché fossero canzoni facili da canticchiare per tutti. In America, i cartoons sono musicati dal fior fiore dei jazzisti, mentre in Italia una mentalità più ottusa ha sempre snobbato questo genere musicale. Io non l’ho mai rifiutato perché le cose che nessuno vuole fare, portano più fortuna”.

Direttore d’orchestra, arrangiatore, compositore di colonne sonore, in quale veste si sente più a suo agio? – “In tutte. Sono abituato a lavorare buttandomi sempre in una vera full immersion e, quando è così, non importa cosa si compone o si esegue perché tutto viene da sé e riesce bene”.

 

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