Il mimetismo politico e il maresciallo Giraldi

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di Raffaella D’Adderio

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Chi non ricorda Tomas Milian che in tuta blu interpretava il maresciallo Nico Giraldi alias Er Monnezza? Milian è stato protagonista di vicende da action movie in salsa romanesca, film che strizzano un occhio alla commedia e uno al poliziesco. Il singolare e astuto commissario aveva un linguaggio da “bar”, ma le sue frasi poco soft e molto divertenti tuonano ancor oggi come dogmi. Una tra le tante: “Per forza c’aémo i paraocchi, ogni tanto doémo sbatte er muso contro i paraculi!”. Parole Giraldi pronunciate in “Delitto a Porta Romana” a un noto e integerrimo chirurgo che invece era l’insospettabile assassino, da subito colto in fallo dal maresciallo. Mettendo via la cronaca nera, in altri ambiti non è strano che quelli in apparenza irreprensibili nascondano un lato inquietante: sono le cosiddette “gatte morte” . La commedia in cui il maresciallo è protagonista manda un chiaro messaggio in tal senso, sovvertendo i luoghi comuni: i blasonati professionisti in giacca e cravatta sono i cattivi e quelli in apparenza inaffidabili e dall’aria cialtrona sono i buoni. Ma le arene dove si scontrano le belve politiche non sono forse teatro delle pantomime dei colletti bianchi dalle mani nere? Le stanze piene di scranni sono adatte a camuffare stili di vita non proprio ortodossi e a renderli modelli da seguire. Potremmo dire che una delle tattiche dell’imbonitore politico sia proprio nella sua facciata che gli rende più facile la truffa. Nessuno voterebbe uno dalla capigliatura folta e disordinata, trasandato o non abbigliato in modo consono al suo ruolo. Giustissimo rispettare il bon ton anche nel vestiario a seconda dei luoghi che si frequentano, è una questione di decoro. Ma dove va a finire quella rispettabilità quando i politici arrivano alle mani in parlamento o palesano un linguaggio villano nei talk show in tv? Se è vero che solo in alcuni comportamenti, quelli meno formali, si percepisce la vera essenza di un individuo, allora si aguzzi l’ingegno e si provi a smascherare chi dietro un dress code british cela un animo disonesto.

 

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