Lo dialetto, male se scrie… pegghjo se legghje: struiscèteve!

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Un libro scritto da Enzo Ranieri,

edito da Edizioni Simple

 copertina-libro-Ranieri

L’autore

In genere nella recensione di un libro si fa un’analisi critica e descrittiva del contenuto, però questa volta, data anche la particolarità del volumetto, preferiamo introdurre l’autore, indubbiamente un valente personaggio del territorio maceratese, segnatamente di Civitanova Marche. Enzo Ranieri, civitanovese di nascita (1925), ha lavorato per 47 anni (dai 18 ai 65 anni) per occuparsi poi di volontariato nel sociale. Dirigente scolastico e insegnante nella scuola media per 35 anni, ha avuto attestazioni di stima e di gratitudine da parte dei superiori, dei colleghi, dei suoi alunni e dei loro genitori. Nel 1950 ha fondato, insieme con alcuni amici, il Club Vela, oggi assurto a essere una eccellenza di fama internazionale. Nel 1955 ha fatto nascere l’Avis civitanovese divenendone prima consigliere quindi presidente, ricevendo anche la “Croce d’Oro” come riconoscimento per le sue 130 donazioni di sangue; oggi ne è Presidente Onorario. Nel 1980 ha avuto l’onore di essere eletto “Cittadino benemerito” dall’Amministrazione del Sindaco Frinconi e nel 1986 “Cavaliere al merito della Repubblica Italiana” dal Presidente Cossiga. Attualmente ricopre la carica di vicepresidente della Società Operaia di Mutuo Soccorso. Scrittore di brillanti commedie dialettali, ha portato in scena fatti e personaggi caratteristici locali. Appassionato lettore e cultore della storia italiana dell’ultimo secolo, provetto fisarmonicista autodidatta, ama il melodramma, la musica sinfonica e lirica, in particolare quella pucciniana. Si diletta a riportare alla memoria le vicende vissute della sua vita che, molto presto, saranno la tematica che animerà il suo prossimo libro, da lasciare in eredità ai suoi cinque nipoti. Dunque una persona attiva, attenta al prossimo, amante della propria città e del linguaggio dialettale.

 

Il libro

Dal titolo il contenuto: Lo dialetto, male se scrìe… pegghjo se legghje. Struiscèteve! – Dizionario del dialetto civitanovese degli anni 1945 e… dintorni. Quindi l’argomento trattato è il dialetto de lo Pòrto e la maggior parte delle 111 pagine, ben 92, formano un dizionarietto ricco di termini, molti dei quali desueti, che spesso definiscono una intera frase come accade nel linguaggio popolare, dove una sola parola fa scorrere davanti agli occhi una scenetta, che per raccontarla in lingua occorrerebbero diverse righe scritte. Ci piace ricordare un termine caro a Dante Cecchi, ‘nfrosciàsse, che lascia immaginare una caduta per le scale a faccia in giù con il naso (le froge) che picchia in continuo. Parola citata nel libro di Enzo Ranieri con una definizione molto simile. A noi sconosciuto troviamo terzaròli – pantaloni arrotolati. Nella seconda parte del volume, più breve, ci sono i modi di dire di uso comune, i proverbi e Li jochi de le friche e de li frichi picculi e granni. Una carrellata di frasi divertenti che il vernacolo rende ancora più vere, con ognuna la sua “traduzione”, frasi che ritroviamo nei dialetti di tutto il territorio maceratese, dalle zone di mare a quelle montane, con qualche eccezione come Ha fatto coffo, ci-à ‘na coffa de sòrdi – Ha fatto il pieno, ha un sacco di soldi, dove coffo e coffa (abbondanza, paniere) sono simili a còfana (grosso mucchio, grossa quantità), termine più usato nell’entroterra e presente anche a Civitanova. Non mancano le frasi sul mangiare, sul bere e sulle donne. Tra i giochi è facile ricordarne molti che abbiamo fatto da bambini, cambiano solo le accentazioni e una maggiore morbidezza nelle finali rispetto alla durezza propria dell’entroterra . Conclude una appendice dedicata alle cantine e alle osterie, alcune trasformate in bar e trattorie, molte non più esistenti.

 

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