di Angela Catolfi
Vanno nel cielo,
senza confini
di viaggio e di rotta,
eserciti di nuvole
in trasmigrare continuo.
Fuga di giorni
e di ricordi
in cui affondano inafferrabili
onde marine, canneti,
colline, erbe, fiori,
quasi impronte residuali
di forme frantumate.
Abitano il vuoto,
il senso delle parole perdute,
di voci dimenticate;
corrono verso l’ignoto
in orditure bianche,
quasi sogni appena leggibili.
Visioni magiche
in reiterate allegorie della mente,
pulviscoli incontenibili
di pensieri
che s’affannano a colmare
smarrimenti e sentieri interrotti.
Vagare come nuvola
oltre il superfluo,
oltre il parlare confuso
di mani e volti,
nel mare evanescente
d’un tempo vano.