QUESTA NON È ACCOGLIENZA

Print Friendly, PDF & Email

di Fernando Pallocchini

 immigrati

Lo avevamo già scritto in tempi meno sospetti che i massicci arrivi d’immigrati dalle coste mediterranee dell’Africa non erano normali e le recenti scoperte romane lo hanno confermato: una marea d’immigrati, come in una eguaglianza matematica, corrisponde a una marea di finanziamenti fagocitati un po’ ovunque in Italia. Sì, un po’ ovunque e Roma è solo la punta dell’iceberg. Infatti, solo nel 2013, il flusso migrat di oltre 40mila persone ha mosso, circa, 1.800.000 euro ogni giorno di denaro pubblico. Per essere stata sbandierata come accoglienza umanitaria ci sembra piuttosto interessata. Entriamo un poco nel dettaglio. La spesa media giornaliera per ogni immigrato è pari a 45 euro, che salgono a 70 se bambini. Va chiarito che costoro non prendono questo denaro, che va a finire altrove, ma hanno piccoli benefici (un primo tetto sulla testa, cibo, farmaci, vestiario e poco altro). L’affare più importante si fa con i CARA (centro assistenza richiedenti asilo) sparsi ovunque, dalla Sicilia alla Sardegna, dal nord Italia alla Puglia. Questi centri sono gestiti da Legacoop, da consorzi vicini al Pdl, imprese prossime a Comunione e Liberazione, alla Lega e pure da multinazionali: ce n’è per tutti! e considerando che un CARA frutta anche 50 milioni di euro l’anno è facile intuire perché in tanti ci si sono buttati. Il Governo elargisce le cifre e costoro partecipano ad aste al ribasso, poi si rifanno “del ribasso” stipando quelle povere anime in ambienti che a malapena ne potrebbero contenere la metà quando non un terzo: accoglienza umanitaria! Questo perché per gli “esuberi” il Viminale paga un extra. Non mancano i trucchetti per trattenere più a lungo gli “ospiti” nonostante abbiano ottenuto il permesso di soggiorno (anche 300 giorni oltre il consentito con il conseguente congruo incasso in più: che volete, i gestori sono “accoglienti” e si affezionano agli immigrati). A questo punto si comincia a capire il perché dei disordini in quanto gli immigrati non sarebbero più tanto “grati” ma nemmeno “immi-ingrati”, visto il trattamento loro riservato. Alla spartizione della torta partecipano anche i privati o le aziende proprietarie delle strutture, che prima erano magari villaggi usati dai militari americani (vedi Sigonella) o requisite per altre emergenze poi riutilizzate per la nuova e redditizia finalità. Insomma, per essere l’Italia in crisi nera, tanto che si comincia a temere sempre più seriamente per il suo futuro, i politici “accoglienti” continuano bellamente a elargire ad amici e conoscenti le nostre sempre più modeste risorse. In più questo stato di cose sta facendo diventare razzista un popolo che razzista non era: il lavoro manca, la popolazione extra aumenta, la protesta sale, la violenza pure. Solo per sete di denaro e di potere.

 

A 17 persone piace questo articolo.

Commenti

commenti