La vera storia dei pupi del presepio!

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di Cesare Angeletti

 pag.-13 presepio


In quasi tutte le case, da sempre, si realizza il presepio: si tira fuori lo scatolone e si spolverano le statuine. Sino a qualche anno fa si andava a cercare il muschio vero ed il breccino poi si iniziava a  costruire il presepio. Dopo aver spolverato le statuine con dolcezza, si pongono sulla scena. Sì, va bene, ma chi sono, chi rappresentano, le varie figure? Ecco ora, per soddisfare la vostra curiosità, ve li presento attingendo, naturalmente, dalle fonti ufficiali, costituite da un’ampia letteratura sull’argomento. Naturalmente quelli che descriverò hanno tutti la loro origine nel classico presepio napoletano.

La simbologia dell’acqua

Spesso l’elemento centrale della composizione è il corso d’acqua, in alcuni rari casi vero, più spesso ricreato con carta stagnola e uno specchio. L’acqua rappresenta la Madonna, perché in un vangelo apocrifo di Tommaso è scritto che l’angelo portò l’annuncio alla Vergine Maria mentre lei, con la brocca, andava a prendere l’acqua alla fonte. Ma l’acqua è anche il simbolo del Battesimo e quindi ecco l’importanza del fiume e del lago. Vicino allo specchio d’acqua c’è la statuina del pescatore. Chi è? Beh! È facile “…seguimi e farò di te un pescatore di uomini !” Certo l’uomo che pesca è san Pietro. Poi vengono disposte le pecore. Sono importanti perché Gesù è definito nel Vangelo il Buon Pastore e quindi i greggi e i relativi pastorelli rinnovano la memoria di ciò. Passiamo al bue e all’asinello. L’asinello, ignorante, non sapeva nulla di nulla e quindi rappresenta, secondo il credere antico, la paganità. Il bue invece è simbolo della comunità ebraica e il fatto che stiano insieme nella grotta a osservare la nascita del Redentore è la speranza che, alla fine, spinti dal Divin Neonato, che loro riscaldano insieme, possano ritrovare la giusta via verso la vera fede.

Le statuine

In tutti i presepi che si rispettano ci dovrebbero essere poi due statuine veramente particolari: il pastore che dorme e il pastore che si meraviglia. Il primo è sdraiato e, in tutta la grande festa, solo lui è assopito e non partecipa. Ha un nome si chiama Benino ed è il pastore che non è sveglio: “Gli angeli portarono la notizia ai pastori dormienti.”  …e lui non si è destato! L’altro è in piedi ed è l’unico che non porta nulla. Sta a braccia aperte e con la bocca spalancata davanti alla grotta, lui ha come dono per Gesù Bambino la sua meraviglia. In quasi tutti i presepi c’è poi la statuina della lavandaia che è intenta al suo lavoro. Secondo la tradizione lei sta lavando i pannolini che servono alla Madonna per cambiare il Neonato.

L’osteria dei tre pupi

La scena che si vede, spesso, specialmente nel presepe napoletano, è quella dell’osteria con tre pupi. Questi sono l’oste e i due compari che, seduti, si cimentano in partite a carte o a morra o a dadi. Giocano a soldi e spesso la lite finale finisce a coltellate. Il terzo è colui che alza il bicchiere e che nell’altra mano ha il fiasco, è chiaramente un po’ brillo, si chiama Ciccio Bacco ed è il legame fra le credenze pagane, baccanali, e quelle cristiane, appunto il presepe. L’oste poi che ha cacciato Giuseppe e Maria, per mancanza di posto, e gestisce questo luogo poco per bene è, nella narrativa classica, il diavolo Belfagor che avrebbe voluto, travestito appunto da oste, attentare alla vita della Madonna per evitare lo straordinario evento della nascita del Divin Bambino. Certamente così come l’ho trattato l’argomento non è completo, occorrerebbero pagine su pagine. Tante altre sono le indicazioni e le storie dei pupi del presepio e forse un giorno ci tornerò sopra ma, per adesso vorrei concludere dicendo che, da più di duemila anni, il centro di tutto è la grotta dalla quale si leva un chiaro messaggio: “ Sia Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace, in terra, agli uomini di buona volontà.” Ed è appunto augurando a tutti pace e serenità che concludo questo mio breve escursus finalizzato a conoscere meglio i personaggi del presepio.

 

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