Se le liste civiche si fossero unite…

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di Alessandro Savi

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Proviamo a fare un ragionamento molto semplice che potrebbe risultare utile per il futuro. Un paio di anni fa abbiamo tentato di mettere insieme tutte le liste civiche presenti in città, tentativo miseramente fallito a causa di quella che io ho sempre definito come “cultura dell’orticello” tipicamente maceratese. Proviamo a sommare i numeri delle civiche presenti nella recente competizione elettorale, omettendo quelle che sono nate “a servizio” dei candidati sindaciprincipali (Carancini e Pantana) e il M5S che ha, nel suo assurdo statuto, il divieto di fare accordi con chicchessia.

 

Macerata Capoluogo 3.78%

Città Viva 5.33%

Macerata nel cuore 2.78%

Pensare Macerata 3.24%

Comitato Menghi 2.83%

Totale 17.96%

 

Sommando a queste percentuali i voti dei candidati sindaci a esse collegati (Tardella, Mosca, Menghi), siamo ben oltre il risultato ottenuto al primo turno da Deborah Pantana. Ergo, queste liste civiche avrebbero raggiunto il ballottaggio contro Romano Carancini. E secondo me avrebbero vinto. Di fronte a un ballottaggio tra – a esempio – Mosca o Tardella contro Carancini, chi avrebbe votato l’elettorato di centro destra? E quello del M5S? Vogliamo poi tenere in considerazione i tantissimi cittadini che hanno disertato le urne sia al primo che – soprattutto – al secondo turno? Chi avrebbero votato questi cittadini? La continuità o il cambiamento vero? La tanto disprezzata politica o il civismo? Analizziamo cosa è successo in tante città italiane (Matera, Nuoro, Enna eccetera) dove al ballottaggio hanno trionfato le coalizioni civiche. Analizziamo il caso di Fermo, a noi vicinissimo: Calcinaro (2 liste civiche) ha più che doppiato Zacheo (4 liste con dentro il Pd). Questi dati debbono servire da lezione per il futuro. Centrosinistra e centrodestra potrebbero essere battuti anche a Macerata. A patto di abbandonare gli orticelli e di cominciare a pensare in grande, da persone (e da liste) mature e responsabili, finalmente pronte ad affrontare una sfida e a candidarsi al governo della città piuttosto che dedicarsi alla mera testimonianza. Le liste civiche, infatti, hanno due prospettive: o servono a eleggere i candidati sindaci o si mettono a disposizione di un progetto più serio. In altre parole: o sono liste “civetta” e fanno gli interessi particolari di una persona o, al contrario, sono disposte a cedere parte della propria sovranità in nome di un progetto ampio e credibile. “Macerata Capoluogo” intende ripartire da tale progetto: siamo pronti a fare anche 100 passi indietro pur di unire tutto il movimento civico maceratese. È nel nostro Dna e ne andiamo fieri. La città intanto si prepara a un nuovo quinquennio di governo di Romano Carancini. Al confermato sindaco vanno i miei complimenti e gli auguri sinceri di buon lavoro (ho lasciato un messaggio nella sua segreteria telefonica, un sincero augurio di buon lavoro e non mi ha nemmeno risposto…). Saranno altri cinque anni di sofferenza? Non lo so, tutto dipenderà dal Pd, dal suo partito, visto che da oggi non avrà più, almeno sulla carta, alcuna opposizione interna: Lattanzi è fuori così come Carelli, Garufi, Bianchini e altri che – come il sottoscritto – sono stati critici nei confronti di alcune sue scelte. La palla passa a Romano e al suo partito, non ci saranno scusanti. O sarà finalmente capace di far sintesi, di unire o non lo sarà. Dipenderà tutto da lui e dal suo partito. Basta con le diatribe interne, una volta per tutte. I maceratesi – storicamente conservatori – lo hanno rieletto e non vogliono sapere più nulla delle beghe del suo Pd. Dall’altro lato, la coraggiosa Deborah ha commesso un errore dietro l’altro. Ha incamerato fascisti e fascistissimi (concedendo loro persino il diritto di esprimersi pubblicamente con tanto di slogan inascoltabili), ha perso il contatto con i moderati, soprattutto – ha impostato tutta la sua campagna elettorale sulla polemica, sulla distruzione più che sulla costruzione di un progetto alternativo. Macerata non ama chi grida, è risaputo e assodato. Per questo occorre ripartire con umiltà, per questo occorre iniziare a lavorare fin dal prossimo autunno su di un progetto realmente civico che sappia unire tutto ciò che oggi è diviso in maniera totalmente irrazionale. Noi siamo a disposizione.

 

 

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