Il forno e i fornetti

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di Umberto

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Sotto il municipio del paesino era stato aperto un forno a legna che faceva pane e dolci di ottima qualità. Proprio quel giorno parecchie persone salivano le scale del municipio per scegliere il fornetto preferito tra i cento costruiti dal Comune e, quindi, versare un acconto. Il segretario comunale, vedendo tutta quella gente, si sfogò con una collega dicendo: “Ma qui se compra più fornetti che pà’? Sai che c’è? Io rtorno a Macerata! ‘St’aria murticcia no’ me cunfirisce pé’ gnende!” I loculi venivano assegnati in base alla graduatoria e la scelta era determinata sia dal livello del fornetto che dalla posizione. C’era chi non voleva il loculo nelle file alte per non creare problemi con la scala, chi non lo voleva troppo esposto al sole perché i fiori sarebbero presto appassiti, chi invece voleva stare al calduccio e preferiva proprio un fornetto assolato, chi non lo voleva in fondo alla discesa perché poi sarebbe stato troppo faticoso,al ritorno, fare la salita, chi non lo voleva “ad òppano”, cioè all’ombra, e chi più ne ha più ne metta. Alla fine erano rimasti due loculi in seconda fila e due in quinta fila. Una maestrina, che aveva insegnato nel paesino per 40 anni, doveva scegliere per sé e per il marito. Ovviamente era migliore la seconda fila, più comoda. Ai figli, presenti durante l’assegnazione, disse che avrebbe preferito la seconda fila. Essi, tutti contenti, se ne andarono. La maestrina, quando si trattò di mettere nero su bianco, ci ripensò. A parte il costo più elevato, meditò: “Ma come… io che ho fatto scuola per una intera vita, sono stata in cattedra e, da lì, ho dominato sugli alunni, ora dovrei avere tre morti sopra di me? Sai che c’è? Scelgo il fornetto in quinta fila. I soldi che risparmio me li voglio godere come pare a me! Ciao ragazzi, morituri te salutant!” Solo durante la inumazione dei genitori i figli si accorsero del tiro mancino loro giocato. Si sentirono traditi, andarono a trovare i genitori rare volte mettendo all’inizio fiori freschi, poi quelli finti che rimanevano nei vasetti per mesi se non anni.

 

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