di Fulvia Foti
La sconfitta della vita sul nascere, perché è il crudele de-stino di ogni realtà: vince la morte e non c’è scelta… Il perenne, doloroso ricordo, tiene vivo e acceso il lume dell’amore; ma c’è anche la speranza che questi versi possano aiutare a eternizzare il passaggio degli Angeli su questa terra… Angeli che con il loro “soffio” di vita, hanno alimentato prima una dolce speranza e poi lasciato un atroce dolore. Come scrive Shakespeare: “Pure voi continuerete a vivere. – Tale è la forza della mia penna – Dove più vive il respiro, sulle labbra stesse degli uomini”. Questo mesto e doloroso ricordo è dedicato anche al piccolo Aylan, la cui commovente foto mentre inerme, perché puro Angelo, veniva accarezzato dal lieve ondeggiamento del mare… E con lui non siano dimenticati tutti gli altri bambini vittime innocenti di questa strage che si perpetua nel mare attorno a noi: l’uomo dimentica e non impara… sembriamo essere tornati ai tempi di Erode o dell’Olocausto. Gli antichi svolgevano le loro battaglie intorno alle città, perché la guerra appartiene agli adulti; ma “Auctoritas, non Veritas, facit legem”, così sono sempre i più deboli a subire l’ingiusto conto da pagare mentre è doveroso ricordare che linfanzia è Sacra, è da proteggere e tutelare. Ogni bimbo volato crudelmente in cielo è un conto non saldato per la coscienza dell’Europa e del mondo intero.
I miei Angeli
di Fulvia Foti
Tu lo so
eri un altro maschietto
e conosco le tue sembianze,
Ma gli altri tre?
Forse c’era una Bimba
da vezzeggiare
o forse lei
avrebbe elargito
i suoi sorrisi
e le sue carezze
a tutti noi?
Nella mia vita c’è il buio
e un grande vuoto:
senza Voi!
Mi mancate.
Perché Dio vuole per sé
questi innocenti Angeli,
che hanno appena conosciuto
il Respiro della Vita?
Non è già
abbastanza luminoso
di Stelle il cielo
per rubarne altre
alla terra?
Io le riconosco però:
tra tutte le stelle
le quattro più Spendenti…
Quelle
siete Voi!
Richy
di Fulvia Foti
Non eri il primo…
al mio sguardo
ma eri la sembianza
d’un pulcino…
uscito a fatica
dal guscio dischiuso…
Ancora
un ricordo fetale,
in quel tuo capino
così abbandonato
coperto
da una vaga peluria…
e quegli occhi
semichiusi
Quell’evidente, inconsapevole,
fiduciosa richiesta d’aiuto
in quel dolce
e indifeso abbandono…
tra le braccia di chi
ti sorreggeva,
per aiutarti
sempre
nel non facile
cammino della vita…
Non eri il primo
al mio sguardo
ma sei
un Inno alla Vita!