La forza della mia penna

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di Fulvia Foti

pag 10 La forza della mia penna 

La sconfitta della vita sul nascere, perché è il crudele de-stino di ogni realtà: vince la morte e non c’è scelta… Il perenne, doloroso ricordo, tiene vivo e acceso il lume dell’amore; ma c’è anche la speranza che questi versi possano aiutare a eternizzare il passaggio degli Angeli su questa terra… Angeli che con il loro “soffio” di vita, hanno alimentato prima una dolce speranza e poi lasciato un atroce dolore. Come scrive Shakespeare: “Pure voi continuerete a vivere. – Tale è la forza della mia penna – Dove più vive il respiro, sulle labbra stesse degli uomini”. Questo mesto e doloroso ricordo è dedicato anche al piccolo Aylan, la cui commovente foto mentre inerme, perché puro Angelo, veniva accarezzato dal lieve ondeggiamento del mare… E con lui non siano dimenticati tutti gli altri bambini vittime innocenti di questa strage che si perpetua nel mare attorno a noi: l’uomo dimentica e non impara… sembriamo essere tornati ai tempi di Erode o dell’Olocausto. Gli antichi svolgevano le loro battaglie intorno alle città, perché la guerra appartiene agli adulti; ma “Auctoritas, non Veritas, facit legem”, così sono sempre i più deboli a subire l’ingiusto conto da pagare mentre è doveroso ricordare che linfanzia è Sacra, è da proteggere e tutelare. Ogni bimbo volato crudelmente in cielo è un conto non saldato per la coscienza dell’Europa e del mondo intero.

 

I miei Angeli

di Fulvia Foti

 

Tu lo so

eri un altro maschietto

e conosco le tue sembianze,

Ma gli altri tre?

Forse c’era una Bimba

da vezzeggiare

o forse lei

avrebbe elargito

i suoi sorrisi

e le sue carezze

a tutti noi?

Nella mia vita c’è il buio

e un grande vuoto:

senza Voi!

Mi mancate.

Perché Dio vuole per sé

questi innocenti Angeli,

che hanno appena conosciuto

il Respiro della Vita?

Non è già

abbastanza luminoso

di Stelle il cielo

per rubarne altre

alla terra?

Io le riconosco però:

tra tutte le stelle

le quattro più Spendenti…

Quelle

siete Voi!

 

 

Richy

di Fulvia Foti

 

Non eri il primo…

al mio sguardo

ma eri la sembianza

d’un pulcino…

uscito a fatica

dal guscio dischiuso…

Ancora

un ricordo fetale,

in quel tuo capino

così abbandonato

coperto

da una vaga peluria…

e quegli occhi

semichiusi

Quell’evidente, inconsapevole,

fiduciosa richiesta d’aiuto

in quel dolce

e indifeso abbandono…

tra le braccia di chi

ti sorreggeva,

per aiutarti

sempre

nel non facile

cammino della vita…

Non eri il primo

al mio sguardo

ma sei

un Inno alla Vita!

 

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