Il dono del sangue accanto al presepe

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Intervista a Elisabetta Marcolini,

Presidente AVIS Macerata,

per la sua 100a donazione di sangue

 elisabetta-marcolini

In questo tempo di Natale, in cui si parla tanto di “dono”, vogliamo portare l’esempio di chi ogni giorno, in modo costante, fedele e coraggioso, fa della propria vita un dono per gli altri. Elisabetta Marcolini, Presidente di AVIS Macerata, ha tagliato pochi giorni fa il prestigioso traguardo delle 100 donazioni di sangue. Le rivolgiamo qualche domanda per approfondire la sua esperienza di donatrice.

 

Come è iniziata la Sua storia di donatrice? E come questo gesto di volontariato è diventato per Lei una abitudine, una “buona” abitudine?

Ho iniziato a 18 anni. Avevo qualche amico donatore e ne ho parlato con il mio prof. di Religione, don Giancarlo Vecerrica, oggi Vescovo di Fabriano: mi ha incoraggiata, anche perché lui non aveva potuto farlo. Allora le donne potevano donare ogni tre mesi­ – mentre oggi solo ogni sei, ma è iniziata la possibilità, anche mensile, della donazione degli emoderivati come il plasma. Ho avuto un periodo di sospensione per un problema di salute e poi, oltre 2 anni per ognuna delle mie 3 gravidanze. Dopo mi sono sempre organizzata per trovare il tempo e il periodo giusto per donare (soffro di allergia stagionale e in quel periodo primaverile non dono).

 

Sappiamo che le donne, per loro naturale costituzione, possono donare meno e meno spesso degli uomini. La sezione AVIS di Macerata, che fra l’altro, ha da poco ricordato i suoi 65 anni di presenza nel territorio comunale, vanta ben due donne – tra cui Lei, Presidente – che hanno raggiunto il prestigioso traguardo delle 100 donazione. Quale messaggio di impegno sociale vorrebbe lanciare?

Tutto è possibile se lo desideriamo veramente, se si tratta di qualcosa di cui è chiara la ragione, di cui siamo certi. Questo non esclude il sacrificio, ma anzi lo rende possibile. Nella vita si tratta sempre di cercare, provare, chiedere e scegliere: vale la pena? cosa è in gioco?

Uno sconosciuto ammalato è il destinatario del nostro sangue: questo gesto oggi è davvero controcorrente! In genere l’altro è visto come un pericolo, quando non come un nemico. Per il donatore, invece, è un uomo che ha bisogno, è un bene da curare.

 

Le donne svolgono un ruolo fondamentale nella sezione maceratese dell’AVIS. Vuole ricordarne qualcuna in particolare?

Gentili Gabriella, che ha varcato ben prima di me questo grande traguardo, oggi è a quota 121 donazioni e pochi giorni fa è stata nominata Cavaliere dal Prefetto di Macerata insieme con altri 4 donatori. Inoltre nell’ultimo trimestre più di 10 giovani donne hanno fatto la loro prima donazione, e questo ci fa ben sperare per il futuro!

 

Lei è moglie, madre, insegnante… Quanto il suo impegno come donatrice e come Presidente le ha tolto e quanto le ha donato in cambio?

E’ un conto che non ho mai fatto seriamente perché non sono “cose divise”: faccio tutto per lo stesso motivo. Sono cristiana e questa è la ragione per cui considero il tempo, le energie e la vita un dono che ricevo ogni giorno, di cui ringrazio Dio e che a mia volta offro come dono alla mia famiglia, agli studenti, agli ammalati, in qualche modo al mondo. Aver accettato la Presidenza comunque ha significato un sacrificio in più, specie in questo anno del 65° anniversario, ma devo anche riconoscere che le soddisfazioni sono tante: l’aumento dei donatori (quasi del 30%) e delle donazioni, l’impegno di tanti volontari, la collaborazione con le istituzioni pubbliche e sociali e con altre associazioni….  

 

Fra pochi giorni è Natale, la festa del dono per eccellenza. Donare il sangue in questo periodo non può che interrogare tutti sulla reale importanza della gratuità, della carità…

Il dono deve avere una ragione e un destinatario. Chi ha la coscienza di aver ricevuto è il primo a donare, anche con sacrificio, e a riconoscere chi aspetta qualcosa da noi. Per decidersi in ogni circostanza entra in gioco la libertà personale, non basta il convincimento, serve la gioia di dire ogni volta il proprio “sì”. Questo è l’anno della misericordia: Papa Francesco ci ha invitato a non puntare il dito ma a stendere la mano: il donatore fa proprio questo, stende tutto il braccio!

Eleonora Corvatta

 

 

 

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