Sconfortante discorso sulla Sanità nel maceratese

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Macerata, conferenza stampa congiunta tra Anna Menghi dell’omonimo Comitato, coadiuvata da Gabriella Repupilli e, per la Lega Nord, il Commissario provinciale Giordano Giampaoli e il Consigliere regionale Luigi Zura Puntaroni. Tema: Sanità regionale… sconfortante. Sorvolando sui particolari si può ben dire che sono stati una testimonianza perfetta di ciò che pensa e dice la gente del maceratese in relazione alle continue decisioni del potere regionale sulla Sanità.

Le persone sono disorientate dallo stillicidio di tagli, trasformazioni di ospedali e chiusure di reparti.

Le persone sono spaventate, specie gli anziani, che maggioranza sono, perché preoccupate si pongono una domanda: “Quando starò male, dove mi manderanno? Vicino casa ho il conforto dei familiari ma lontano..?”

Le persone stanno cominciando a essere arrabbiate, anche se in giro c’è ancora mitezza e sottomissione, ma la fiducia nella politica regionale comincia a vacillare.

Poi ci sono le discrepanze. Non ci sono soldi, da anni, dicono, per le ristrettezze economiche, tanto meno per completare l’ospedale di Macerata, ma si portano avanti progetti milionari… vedi Aspio, Fermo e, ora, una nuova struttura al posto degli ospedali di Civitanova e Macerata.

Tutto in nome di una razionalizzazione operata sulle tasche e sulla pelle dei marchigiani.

La bella Sanità diffusa sul frastagliato territorio maceratese, composto da tante piccole realtà che spaziano dai monti al mare, è stata smontata pezzo per pezzo. In nome di economia e razionalizzazione sono scomparsi quasi tutti gli ospedali dei centri minori, che davano agli abitanti la certezza di una assistenza immediata in caso di parto o di malanni presto curabili; poi è toccato alle strutture più grandi a perdere i pezzi: ricordiamo la TIN di Macerata, un reparto di alta efficienza per i neonati con difficoltà respiratorie per il quale venne fatta una dura lotta per mantenerlo. Niente da fare, ora tutto incentrato ad Ancona e occorre pregare Dio che elicotteri e ambulanze non abbiano guai. E’ una storia partita da lontano che sta lasciando sul terreno morti e feriti sotto forma di strutture scomparse o ridimensionate. E’ di questi giorni una prima pagina de La rucola (in edicola) su due ospedali, quello di San Severino e quello di Tolentino: siamo andati a fotografare l’esterno che a San Severino (in foto) casca a pezzi tanto da mostrare l’intelaiatura in ferro non più protetta dal cemento, e a Tolentino presenta infiltrazioni di acqua e vistose filatura sia in orizzontale che in verticale. Che vuol dire? Che non si fa manutenzione. Perché? Secondo noi perché sono destinati alla chiusura. Tutto per far posto a mega ospedali: pochi e grandi.

Ora, per i politici, conta di più la persona con le sue esigenze fisiche e psicologiche o contano di più i numeri? Attenzione, perché la differenza è sostanziale e, nel caso dei numeri, potrebbero esserci implicazioni poco rassicuranti.

Fernando Pallocchini      

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