Il terremoto del 1703 (IV puntata): le cause nei secoli

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A seguito del terremoto del 1703 ci fu chi spiegò la propria teoria sulle cause dei sismi analizzando e criticando le teorie di chi, nei secoli, aveva provato a spiegarne le origini prima di lui, partendo dal 600 a.c.

Dal “Discorso fisico e morale sopra le cause del terremoto del dottor Francesco Maria Rampazzi, 1703”.

I vari sentimenti de i virtuosi sopra le cause del terremoto, e le grandi opere pie, che si esercitavano per implorare la Divina Assistenza in simili sconcerti, mi rendono animoso di dare alla luce il seguente discorso fisico, e morale repulsivo di quella opinione delli antichi scrittori, che privi del vero lume, attaccati alla semplice corteccia delle cause naturali, non hanno confidato essere il terremoto, una delle sferze della Divina Onnipotenza, con la quale sveglia dalla sonnolenza delle cose terrene, e chiama li peccatori al pentimento.

Talete di Mileto (filosofo greco, 600 a.c.) La terra è a guisa di palla, galleggiata, e sostenuta dall’acqua del mare e perciò soggetta al moto di essa. Ma se quell’improvviso moto si fa sentire in una provincia, causerebbe anche nelle altre parti lo stesso disordine. Inoltre la terra sarebbe soggetta a naufragarsi!

Democrito (filosofo greco, 400 a.c.) Ci sono due cause: le concavità sotterranee incapaci di ricever l’acque, che dopo lunghe pioggie fanno ad esse ritorno, et all’essiccazione della Terra, che attraendo con violenza l’acqua e quella cadendo nelle sotterranee concavità, la caduta di dette acque figurossi esser causa dell’improvviso moto della terra. Questa opinione ha dell’inverosimile, perché né abondanza d’acqua né incapacità dei siti sotterranei sono bastanti a causare l’improviso moto della terra, se fosse vera l’opinione, li terremoti sarebbero continui, attesochè l’acqua di continuo ascende, e descende, epure trascorrono anni e secoli senza moto violento della terra.

Lucretio Poeta (Titus Lucretius Carus, poeta e filosofo romano, 90 a.c.) La terra, come è fuori anco è dentro: piena di venti e di spelonche, molti laghi e lagune, balze, rupi alpestri: trema il suolo per gli improvvisi crolli di montagne intere nella terra cava, che fanno rotolare immensa zolla, penetra il vento nella montagna che in suon tremendo mormora, urtano le onde dei laghi sotterranei, si forma un vapor chiuso che insorge e fuor se n’esce con gran impeto ruinando muraglie, e nel sen della terra produce una profonda caverna. Quanto si ingannò Lucrezio! Poiché se il moto violenti della Terra fosse causato dalla caduta de gran monti, com’egli suppone, ne seguirebbe un picciol moto momentaneo. Ma l’esperienza ha mostrato e mostra il contrario, poiché il moto violento ha replicato giorni, settimane et anni.

Anaxagoras (filosofo greco, 500 a.c.) L’improvviso moto della terra nasce dalla pugna di due contrari, cioè Acqua e Fuoco, che con improvviso moto si alterano, e venendo impedita l’esalazione per compressione, la terra trema. Ai virtuosi si lascia il giudizio di questa opinione!

Conclusione del discorso: Il Signore Iddio manda il terremoto sì per castigare li cattivi come anche per esercitare i buoni.

“Questi disastri sono un castigo divino per le offese arrecate alla famiglia e alla dignità del matrimonio con le unioni civili!”

Ah no! questa ultima frase era di padre Giovanni Cavalcoli, sacerdote in Roma, 2016 d.c. …

Sant’Emidio protettore dai terremoti sarà rabbrividito. Se don Cavalcoli, l’avesse sparata più grossa parlando semmai di subsidenza e di fracking per trivellazioni e scavi, di scie chimiche, di esperimenti haarp, di esperimenti atomici… quelle porcherie non fantasiose frutto del lavoro sporco dell’uomo, sarebbe stata  una semplice questione di linguaggio: lui chiama “castigo divino” ciò che gli studiosi fisici-matematici definiscono “la teoria del caos” e cioè: “Una farfalla batte le ali a Pechino e a New York si scatena un uragano”.

Simonetta Borgiani

07 novembre 2016

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