Ek-sistenza

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L’uomo è l’unico essere vivente dotato di libertà ma è anche l’unica specie naturale a non rimanere tranquilla, nei binari di Madre Natura. A causa della sua libertà, l’essere umano: “ Ek-siste”, cioè sta fuori, sporge… e questo stacco genera la disarmonia da cui nasce la ricchezza spirituale! La libertà crea quindi la trascendenza e la si può chiamare in mille modi: odissea, naufragio, pellegrinaggio, l’ek-sistenza: il poter stare con la mente al di fuori del proprio esserci… sporgersi oltre il proprio essere sino a provare angoscia, dolore, paura oppure gioia, amore, creatività. Il miscuglio di tutto ciò ci conduce a chiederci: “Perché esisto? Perché sono qui? Perché non sono un albero del bosco, una nuvola del cielo, un ciottolo del sentiero, che sono più tranquilli di me?” Come afferma Platone: “L’essere non è immobile, perché l’intelligenza è vita e quindi movimento”. L’essere e quindi l’ek-sistenza, è comune al movimento e alla quiete, ma né il movimento, né la quiete sono tutto l’essere. L’essere, che comprende il non-essere come alterità, può definirsi anche “possibilità”. Ed è l’essere così inteso che rende possibile, secondo Platone, la scienza filosofica per eccellenza: la dialettica!

27 dicembre 2016

 

 

 

 

 

 

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