Dentro scafandri
di paure,
ci curiamo
con medicine
angoscianti:
pillole di solitudine,
gocce di emozioni represse,
sciroppo d’inquietudine folle.
È tutto così stanco dentro,
mentre fuori
la vita scorre
col fiato compresso.
A testa china,
beviamo tazze
di rassegnazione,
intoniamo litanie,
per salvarci
dal lungo strascico
di mali.
Nessuno potrà aiutarci,
neppure gli scudi
di soffici cuscini,
le vitamine d’amore
o le iniezioni di coraggio,
per beffare
la cattiva sorte.
27 gennaio 2017