Da un lavoro artigianale… i mattoni dello Sferisterio!

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Della formidabile struttura che è l’Arena Sferisterio si è detto tutto. Progettato da Ireneo Aleandri nel 1823 per il gioco del pallone a bracciale ma usato anche per corride, da fare con cani che dovevano fermare il torello nel minor tempo possibile, oppure si attaccava sulla fronte del toro una moneta d’oro che sarebbe diventata di chi riusciva a prenderla. Da qui fu elevato il primo lancio di un pallone aerostatico con un uomo a bordo. È stato famoso perché si pagava per entrare a vedere la struttura illuminata da una miriade di lumini, ma pure per essere la sede di tombole cui prendevano parte tutti i cittadini. In tempi recenti fu riaperto dal sottoscritto, prima della stagione lirica, per la grande “Festa delle Casette”. Oggi è luogo deputato per la messa in scena di opere liriche e di spettacoli vari. Detto questo vorrei parlare di un aspetto meno noto della nostra magnifica arena. La struttura è costruita in cotto con i mattoni, o laterizi, che di norma si usavano per fare i muri… ma non tutta. Mentre per le parti lisce sono utilizzati questi, per le altre sono stati realizzati mattoni appositamente fatti, uno per uno, così come l’architetto li ha voluti. Prendiamo le colonne. La parte più bassa è più larga e poi, man mano, il diametro diminuisce, ebbene per ognuno di quei piani si sono dovute fare delle specifiche forme di legno da cui trarre i mattoni così come il progettista li voleva. Lo stesso procedimento, artigianale ma eccellente, è stato usato per i cordoli e per tutte le strutture di abbellimento. Un lavoro certosino e di grande precisione, reso difficile dalle modeste strutture tecniche a disposizione. Quindi, l’Arena, è sì nata dall’idea di un grande architetto ma è stata realizzata grazie alla bravura dei nostri artigiani e al lavoro di maestranze capaci e ben preparate. Questa particolarissima e singolare struttura, così magnificamente realizzata, oggi è utilizzata nel modo che più gli si addice. Per cui posso affermare, facendo un paragone, che lo Sferisterio è un po’ come il lievito nella pasta del pane: fa crescere! In questo caso fa crescere continuamente l’interesse delle persone in Italia, in Europa e in altre nazioni sparse per il mondo, per la città di Macerata, oltre a questo è divenuto una fonte di ricchezza  perché chi viene a godere della stagione lirica, poi, usufruisce anche delle strutture ricettive della città e dei dintorni, stimolando la crescita di un indotto allargato non solo alla ricettività ma anche alle aziende del territorio. Quando dallo Sferisterio feci il collegamento con “Uno Mattina”, lo definii, uscendo dal copione assegnatomi, come, sì la seconda arena d’Italia, la seconda d’Europa ma, di sicuro, la più bella del mondo!

12 agosto 2017

 

 

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