Incontro di fuoco sulla Sanità: quante verità sono saltate fuori!

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Si è tenuto presso la saletta Frau del Caffè Venanzetti a Macerata l’incontro organizzato da “Azione in Movimento” su Sanità e Territorio. Ha introdotto il Segretario Simone Livi e, di fronte a un buon numero di cittadini interessati, sono intervenuti in qualità di relatori Francesco Paletti, componente del Comitato di Partecipazione Area Vasta 3 e Mauro Sclavi della centrale Operativa del 118.

Argomento di attualità, non solo per la recente presa di posizione della Regione (avvalorata con tanto di… algoritmo sui generis, che ha messo nei parametri i conteggi chilometrici ma non la qualità dell’aria) sull’ospedale unico ma, e soprattutto, perché la salute riguarda tutti i cittadini, che per avere servizi efficienti pagano fior di tasse ovunque si girino: da quelle dirette a quelle indirette.

Situazioni, entrambe, che li mettono in condizione di essere sia fruitori che pagatori per cui sentire la loro opinione prima di prendere importanti decisioni non sarebbe male, anzi.

La legge prevede da tempo che nelle cosiddette Aree Vaste siano presenti dei Comitati di Partecipazione formati da cittadini, che facciano conoscere le problematiche presenti sul territorio riguardo la Sanità; la Regione Marche ha recepito con ritardo l’attuazione di tale legge e solo da due anni tale Comitato è presente ma… non ha voce in capitolo tanto da non essere ascoltato. In sostanza chi comanda (Cerescioli, che ha preso per sé la delega sulla Sanità e non la molla – tenere presente che la Sanità dispone dell’80% del bilancio regionale…) fa e disfa a piacere e senza una ben definita (o almeno condivisa con i cittadini) strategia.

Risultato? Ospedali chiusi, servizi tagliati anno dopo anno, poi si decide per l’ospedale unico in provincia di Macerata ma, contemporaneamente, si continua a spendere su strutture che saranno devitalizzate. Il nuovo mega-ospedale da 300 milioni di euro non sarà, però, come quello delle Torrette ma sarà un doppione di quello di Macerata… perché, allora, non finire la struttura di Macerata su cui stanno ancora spendendo? e con i restanti euro ammodernare gli ospedali di San Severino, Civitanova, Recanati e Tolentino? Quante domande senza risposte. Se non è caos questo… Per non dire della differenza di trattamento tra province, per cui Macerata è una Cenerentola. Sapete che a Pesaro una postazione di Pronto Intervento (medico, infermiere, ambulanze) viene sovvenzionata con 400mila euro annui mentre quella perfettamente equivalente di Passo Sant’Angelo, che serve in modo significativo un accidentato territorio montano, ha ricevuto fino a oggi dalla Regione Marche l’esilarante cifra annua di 86mila euro? Ora pare che questa cifra sarà aumentata fino a 180mila euro che niente non è rispetto a prima, ma sono sempre 220mila euro in meno rispetto a Pesaro. Vi sembra giusto? A noi per niente.

Quanti sperperi sono saltati fuori nella riunione: dagli scomodi perché angusti elicotteri d’oro (rispetto a quelli dell’esercito comodissimi perché spaziosi – e più efficienti perché in grado di volare con qualsiasi condizione di tempo e pure in notturna – usati prima) a servizi di ambulanza da… un milione di euro l’anno! Quando invece è stato presentato, al riguardo, un progetto molto più articolato e molto meno costoso, ma… rifiutato perché non in linea con la visione politica regionale. E i Pronto Soccorso? Ne vogliamo parlare? Sapete che resteranno solo Macerata, Camerino e Civitanova? Durante l’incontro è venuto fuori un nome intorno alla gestione delle strutture cosiddette di “post acuzie”: De Benedetti.

Speriamo vivamente che tutte queste operazioni, che a prima vista sembrano caotiche, non conducano gli utenti verso la sanità privata. È un sospetto che ha delle fondamenta. Perché? Perché le strutture private offrono agli utenti dei servizi remunerativi, lasciando alle strutture pubbliche il peso di quelle non remunerative come il Pronto Soccorso.

 

Considerazioni personali

Colpe? Dei cittadini che non leggono e poco s’informano (ma questa è l’opinione di un giornalista); ma anche dei Sindaci che non fanno gl’interessi dei cittadini, non solo dei loro ma di tutti i cittadini della provincia, e che si lasciano troppo vincolare dagli ordini di scuderia politica (che magari, poi, potrebbe non candidarli a incarichi più elevati); dei politici (non tutti per fortuna) che hanno perso di vista lo “spirito di servizio”, che sta diventando sempre più… spirito, nel senso che evapora…

Fernando Pallocchini

25 novembre 2017   

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