Una riflessione sul ruolo degli artigiani nel territorio maceratese

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Se nel nuovo anno ormai alle porte, ci svegliassimo e le oltre 45 mila imprese artigiane della nostra Regione fossero scomparse? In una riflessione sull’importanza del lavoro artigiano, il Presidente provinciale di Confartigianato Imprese Macerata, Renzo Leonori, immagina come sarebbe la nostra vita senza le tante piccole e medie imprese, che fanno ormai parte della nostra quotidianità.

«Solo nella provincia di Macerata non ci sarebbero più ben 10.724 imprese artigiane (ndr. dato aggiornato al 30 settembre 2017) di cui 1.197 giovanili, e per ogni 100 famiglie si perderebbero 8,2 imprese. Un impatto sulla popolazione, tutto sommato, abbastanza contenuto, ma che avrebbe invece effetti devastanti sull’economia locale e sul benessere dei cittadini.

Nel maceratese i 14.048 dipendenti dell’artigianato e i 27.712 occupati di questo settore (il 30,8% sugli occupati del totale delle imprese) resterebbero senza lavoro, con una perdita del valore aggiunto creato, di ben 1.326 milioni di euro.

Non ci sarebbero più le oltre 3 mila attività manifatturiere a cui tutti i giorni, inconsapevolmente o meno, ci affidiamo; il settore edile, impegnato oggi più che mai nella ricostruzione post sisma, perderebbe le sue 3.865 imprese e i cantieri, come tante altre attività, senza le 754 aziende dell’Autotrasporto e i suoi oltre 2.000 addetti, si fermerebbero improvvisamente. Non ci sarebbero più servizi di cura della persona come parrucchieri, palestre, centri estetici che con 1067 imprese costituisco il settore Benessere della nostra provincia.

Non avremmo più autoriparatori artigiani a cui rivolgersi per la manutenzione e assistenza delle nostre vetture, o riparatori di elettrodomestici da chiamare in caso di malfunzionamenti, rimarremmo completamente senza alcuna assistenza tecnica.

Pensiamo anche al solo periodo delle festività e a quanto il comparto agroalimentare sia importante: senza gli artigiani in Italia, si perderebbero 90.055 imprese alimentari (di cui 43.063 tra Pasticcerie, panifici e gelaterie, e 4.086 del comparto della Pasta), uno shock per gli italiani che mangiano dolci almeno qualche volta alla settimana e che vedrebbero sparire pasticcerie, cioccolaterie e gelaterie artigiane. Il “made in Marche” dell’alimentare non sarebbe più possibile senza le sue 3.042 imprese e solo nella provincia di Macerata perderemmo 670 attività.

Inoltre la perdita di artigiani provocherebbe un danno anche al turismo: le 12.144.715 presenze turistiche nella regione Marche e i 2.041.295 di turisti della sola provincia di Macerata, non potrebbero usufruire dei servizi delle imprese artigiane (2.115 quelle potenzialmente interessate ad attività turistiche) che sono indispensabili per garantire un soggiorno e una permanenza di qualità nel nostro territorio.

Certo senza artigiani, avremo ancora la possibilità di vestirci, comprare un regalo, arredare la casa e alimentarci, ma quel che è certo è che sparirà la qualità, caratteristica principe e riconoscibile in qualsiasi prodotti che sia fatto da sapienti mani artigiane, dagli articoli di abbigliamento, ai prodotti in legno, mobili, o oggetti d’oreficeria.

Questi dati ci fanno riflettere e capire l’importanza del ruolo del lavoro artigiano, della ricchezza umana, e non, che esso produce. Nonostante tutte le difficoltà del momento, – conclude Leonori – l’artigianato rimane uno punto fermo della nostra economia, nazionale e provinciale, e del nostro sistema sociale, rappresentato dai tanti piccoli artigiani che con orgoglio, competenza, passione e tenacia, ogni giorno contribuiscono a far vivere il nostro territorio».

29 dicembre 2017

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