Sanità maceratese: ormai siamo alla “follia” burocratica!

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Quando fare un vaccino, a pagamento, diventa una storia infinita. Se vi venisse in mente di fare un vaccino a pagamento a Piediripa sappiate che l’orario della cassa è, al mattino, dalle 8:30 alle 12:30, mentre di pomeriggio la cassa è aperta solo il mercoledì e il giovedì dalle 14:15 alle 17:00. Questa è un’informazione indispensabile perché se il vaccino venisse somministrato fuori da quest’orario, potrebbe succedere di tutto!

 

Il vaccino a pagamento

L’Assistente Sanitario vi dà il foglio con su scritto l’importo da pagare in una delle varie casse delle strutture  presenti nel territorio (Ospedale, Distretto Sanitario a Santa Croce) perché, poi, dovete comunicare il codice presente sulla ricevuta… e qui inizia l’odissea! Ecco cosa mi è successo lo scorso 10 ottobre… Mi reco alle casse presenti all’ospedale di Macerata alle 14:15 e, dopo aver cercato di decriptare l’elimina code ed essermi impossessato di un paio di foglietti, aspetto con pazienza il mio turno. Passa una buona mezz’ora e finalmente arrivo allo sportello 2; l’operatore però non riconosce il codice scritto sul foglio che gli presento e mi dà due opzioni: andare di nuovo a Piediripa oppure a Santa Croce! Qui scatta l’ira del cittadino e, di fronte alle chiare parole: “Di qui non mi muovo, mi chiami un responsabile, perché le Vostre disfunzioni non possono né devono pesare sulla comunità; non ce l’ho con Lei, mi intenda, ma senza quietanza da qui non esco!”, dopo un paio di telefonate, vengo invitato ad attendere le ore 15:00 quando riaprirà la cassa di non so più dove! Arriva l’ora X, altra telefonata e finalmente alle 15:08 ho in mano la quietanza!

 

La cartella di ricovero

Ritirare una cartella di ricovero è un enigma burocratico? Sì, e se non fosse bastata la vicenda del pagamento del vaccino, ecco un altro incredibile episodio! Sabato 7 ottobre mi reco alla Cassa 13 per ritirare la cartella relativa all’intervento del 118 dello scorso 14 maggio a casa di mia suocera. Questa volta porto, oltre la ricevuta del pagamento dei 10,00 euro per le spese, solo la delega di mia moglie, essendo mia suocera deceduta, e il mio documento. Purtroppo l’impiegata mi dice che non basta, perché è indispensabile avere anche la copia del documento di mia moglie. Dico che tutto questo, (compresi il certificato di morte e il documento d’identità di mia moglie), è stato presentato all’atto della domanda che è stata accolta, come testimonia la ricevuta della cassa per i 10 euro pagati per il servizio e inoltre quel giorno ho ritirato un altro documento. Possibile che non basti indicare il protocollo di questa pratica sulla nuova richiesta senza dover riprodurre il tutto o, se strettamente necessario, trattenere, al momento della presentazione della richiesta, copia dei documenti, d’identità e vari, necessari e allegarli all’istanza? D’altronde: è stata accettata la richiesta e registrato il pagamento da me fatto? A cosa serve tutta questa carta?

 

Domande

Le domande a cui gentilmente sia l’ASUR e la Politica devono rispondere sono: non è il caso di organizzare meglio tale servizio? Perché non esiste un IBAN o un Conto corrente postale dove fare il versamento per i servizi resi in orario di casse chiuse? Non sarebbe logico che il responsabile del settore e tutti i suoi superiori quest’anno non abbiano un centesimo in più del loro stipendio (altro che premio di produttività!) visto che non sanno offrire un servizio decente alla comunità?

Fabrizio Giorgi

4 gennaio 2017  

 

 

 

 

 

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