Incontro: “Macerata in sicurezza” o “Macerata insicurezza”?

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Saletta piena in Filarmonica per l’incontro su “Macerata in sicurezza” che, dalle testimonianze raccolte da “La rucola” in giro per la città, avrebbe potuto essere titolato “Macerata insicurezza”. Basta un solo esempio, quello di una signora che nei giorni passati testualmente ci ha dichiarato: “Per motivi personali devo passare di notte per le vie di Macerata, se prima andavo a piedi oggi ho paura, vado in macchina e la prima cosa che faccio è di mettere le sicure alle portiere, a quell’ora non circolano più i maceratesi, come accadeva fino a pochi mesi fa, ma tutte persone sconosciute!”

 

Chi c’era

Organizzato da “Azione in Movimento” ha visto come relatori il Comandante Roberto Benigni, Presidente regionale dell’ANVU e membro del Comitato Tecnico Polizie Locali di Regione Marche, e Paolo Ruotolo, Formatore Ufficiale di Sicurezza Partecipata e Controllo del Vicinato, a introdurli il Segretario Politico di “Azione in Movimento”, Simone Livi, che ha rimarcato come nel documento che un gruppo di tecnici e di profondi conoscitori della realtà maceratese sta elaborando da diversi mesi, la “sicurezza” è posta in primo piano.

Durante l’incontro visita a sorpresa del Senatore Giuliano Pazzaglini di Lega Nord.

 

Le colpe

“Tutti i nodi vengono al pettine” e così è anche per Macerata, dove una situazione di degrado sociale fatta della cosiddetta microcriminalità, denunciata da stampa e cittadini per lunghi anni è infine sfociata negli avvenimenti recenti, e che ancora continuano quotidianamente da quando le Forza dell’Ordine dello Stato hanno incrementato i loro pattugliamenti. La colpa? Del voluto lassismo dell’Amministrazione comunale che, anziché intervenire secondo le possibilità previste dalla Legge ha preferito una politica di rassicurazione con il classico refrain “Macerata è tranquilla, è un’isola felice, quello che si afferma in giro è dato da una percezione sbagliata dei cittadini”. Un po’ come nascondere la testa sotto la sabbia, situazione che non sana i problemi ma lascia che si acuiscano, fino al punto da farli esplodere come è poi accaduto, facendo finire la città, in modo estremamente negativo, sulla bocca di tutto il globo terrestre, con una ragazza che ha perso la vita in modo atroce, altre persone che hanno rischiato di morire nella sparatoria conseguente e con tutti quelli che mettono a repentaglio la loro esistenza consumando quella droga che a Macerata si trova ormai ovunque e a buon mercato. La mancata messa in sicurezza della città ha generato tutto questo, e non è stata casuale ma voluta da una Amministrazione che ha respinto ogni proposta in tal senso. In altre città il Controllo di Vicinato (non sono ronde intimidatorie che potrebbero anche ostacolare l’azione della Pubblica Sicurezza ma osservare, comunicare a un coordinatore che poi contatterà le Forze dell’Ordine), suggerito dalle Prefetture e adottato dai Comuni ha portato a una forte diminuzione dei reati cosiddetti predatori. A Macerata la proposta, caldeggiata anche dalla Prefettura, portata in Consiglio comunale è stata respinta! Altro nodo è il Corpo di Polizia Municipale che è sottodimensionato e comandato da persone che non hanno titolo, in quanto la Legge prevede che chi svolge questo lavoro non deve avere altri incarichi. I Vigili Urbani a Macerata, pur desiderandolo, non possono fare pattugliamento notturno. A Macerata non si usa il “Daspo”, cioè l’allontanamento dalla città di chi è trovato a delinquere e, ancora, intere zone sono state finora lasciate nel degrado diventando luoghi riservati allo spaccio.

Come si può rimediare a questa situazione? Semplicemente applicando tutto quanto consente la Legge che non è poco e che a Macerata, per scelta politica, non è stato fatto. Qui il Corpo dei Vigili viene mandato piuttosto a multare i cittadini e le telecamere servono per riprendere le targhe delle auto, sempre per fare cassa con le multe.

 

Il Senatore Giuliano Pazaglini

Confortante l’intervento del Senatore Giuliano Pazzaglini in attesa, come tutti, che il “contratto” tra Salvini e Di Maio venga accettato e diventi operativo, perché al suo interno il termine “Sicurezza” è ampiamente trattato e finalizzato a prevenzione e contenimento di ogni genere di criminalità. A proposito del fatto che il “terremoto” non aveva trovato spazio nell’estensione della prima bozza del “contratto”, ha specificato che lui stesso aveva scritto una relazione eccessivamente lunga, per cui è stato invitato a essere più sintetico, cosa che ha fatto condensando il tutto nella decina di righe poi effettivamente inserite nel documento finale.

19 maggio 2018

           

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