Appassionata e logica analisi del momento politico che stiamo vivendo

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Ogni cosa nuova nasce dagli errori propri! Sono, comunque, certo che il centro moderato unito con la destra o con la sinistra sono i due poli che in prospettiva e distintamente governeranno il Paese: si è scomodato perfino Gaber per sostenere che destra e sinistra sono superate, ma è una sonora bugia.

Gaber non mai detto che sono superati gli schieramenti alternativi, tanto è vero che si è limitato a cantare, a offrire un messaggio – negli ultimi anni e i primi del’970 “…cos’è la destra, cos’è la sinistra…” – a tutte le parti in campo, perché già fin d’allora c’era un mescolamento delle carte tra chi si diceva progressista e di sinistra e chi conservatore e di destra. Poi è arrivato il leaderismo – la non politica e il tifo – e tutto si è accelerato:  sono state superate le idelogie (rimangono intatte a livello individuale) e sono subentrate le idealità collettive alle quali non si è ancora dato corpo come si doveva dopo la caduta del muro di Berlino.

 

Sarà un governo di transizione?

Mi domando se questo sarà un governo di transizione, ma la risposta è semplice e cioè che sarà tale se una nuova classe politica costruirà un serio progetto di sviluppo, con l’utopia necessaria, per il futuro sia a destra che a sinistra (è ancora diverso – per me lo sarà sempre – il modo con il quale si affrontano i problemi, in particolare delle fasce più deboli della popolazione e dei diritti sociali) che giustamente si contrappongano, ma che tornino a  rispettarsi a vicenda (così come dovrebbero fare nella società che sta disgregandosi), e sappiano emarginare i rispettivi estremismi: la politica quella vera è fatta di coraggio, di scelte, di ricambio, di proposte non “inventate” e prive del consenso della “gente”, del popolo interessato, perché nessuno può accettare un cambiamento, anche il più positivo, più “regalato” che scelto e che non sia neppure strutturale.                                                                                                                  

 

Il PD il più penalizzato

Le forze tradizionali di destra e di sinistra hanno perso, alle recenti elezioni, e continueranno a calare se non affronteranno la loro presenza alla luce delle veloci trasformazioni del mondo e dell’Europa.

Il Pd – il più penalizzato – è fortemente diminuito. Aveva fatto bene, oltre a sanare la nostra economia e iniziando a superare la tremenda crisi che aveva colpito l’occupazione e il nostro assetto produttivo, ma non bene abbastanza per sua diretta ammissione cominciando da mancanza di unità, di umiltà, di rapporto con la cultura (aveva iniziato un percoso “culturale”, sapendo che si alienava la “sua” rappresentanza nella cultura ufficiale), forse dimenticando  volutamente le forze sociali (è vero che in questa società pare che siano superate le parti intermedie, ma in un mondo moderno si trasformano non si annullano), la rappresentanza e la considerazione immediata delle sofferenze umane dei lavoratori e degli ultimi.

 

Fare autocritica

Bisogna ricostruire i rispettivi elettorati con proposte credibili e fattibili: non si può essere sempre in campagna elettorale proponendo chimere non percorribili ora che non si è più al governo del paese (non è possibile convivere con il risentimento: se qualcuno ha perso, provi a pensare che è stato per la propria incapacità senza addossare ad altri responsabilità che, invece, sono proprie) e sperare nel tanto peggio di chi “governerà”. Occorre pensare allo sviluppo, e non solo a parole, della società nostra ed Europea.

 

Visione futura molto reale

Sono convinto che nel cosidetto quadro politico tutto non sarà più come era prima, come abbiamo vissuto e visto, perché si porrà il problema di nuove aggregazioni, di un rapporto diverso con l’Europa allargandola agli Urali, ci sarà un confronto serrato sulla democrazia diretta e partecipativa. Sono convinto che il prossimo governo continuerà ad accettare la Ue e la sua moneta, ammorbiderà, regolerà, non negherà gli effetti della globalizzazione, rimarranno aperti i temi dell’immigrazione e delle sue paure, del sovranismo europeo e mondiale, del libero scambio, della cultura e di una moderna istruzione: questa è la fantasia, le aspirazioni personali; ma la storia, la cronaca, è costruita dagli uomini.

Giulio Lattanzi

27 maggio 2018

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