Notizie vere, curiose e divertenti: le meraviglie “nude” di Roma

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Nei tempi andati, con pesante allusione, alle donne reduci da una gita nella Capitale e che raccontavano le meraviglie viste, si diceva per burla che la cosa più straordinaria che una donna potesse ammirare a Roma era lu catòrciu de Sam Pietro, il catenaccio della porta della Basilica di San Pietro. In tempi più recenti ecco cosa può accadere a una reduce dalla Capitale. Appena tornata da una gita scolastica una ragazza confida alla zia (bottegaia nubile e anziana) che a Roma, in un museo, ha visto una statua di uomo nudo.

La zia, incredula e allarmata, s’informa: “Come gnudu!? Gnudu… gnudu?” (Come nudo!? Nudo… nudo?).

Conferma la studentessa: “Scì, gnudu pritu!” (Sì, nudo integrale!).

Chiede ancora la zia: “E dìmme, era pruìstu de tutto tra le còsse?” (Dimmi, era provvisto di tutto tra le cosce?)

Risponde la ragazza: “Certo, no’ gne mangàva cósa!” (Certo, non gli mancava nulla!).

Replica la zia: “E tu come ce sì jita a funì’, dréndo a quellu zuzzu de musèu..? Chji te ci-ha portato?” (E tu come ci sei andata a finire dentro quello sporco museo..? Chi ti ci ha portato?).

Spiega la nipote: “Me ci-ha portato li professòri mia e la visita l’ìmo fatta perché io studio anghi l’arte!” (Mi ci hanno portato i professori e abbiamo fatto la visita perché io studio anche l’arte!).

Sbotta la zia: “Che studji e studji! E de che arte me véni a descóre, a me! Che arte adè, quéssa che studji, l’arte dér c…?!” (In sintesi: Di che arte parli, questa che studi è l’arte del c…!).

30 maggio 2018   

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