C’era una volta una cartolina… Villa Amodei, luogo d’amore

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Metti una bella giornata di sole, due fanciulle in fiore biancovestite e con una pamela in testa, un ragazzino in divisa da collegiale (una via di mezzo tra il soldato e lo chaffeur) al volante di un’automobile nuova fiammante, forse una Fiat 3 ter 1912. Aggiungi, sullo sfondo, una bianca villa tra gli alberi del parco, costruita da poco dalla premiata ditta Affede per un ordine religioso ed acquistata poi dall’“ingegnere agronomo” Diomede Amodei. Completa il tutto con un buon amico di famiglia, il dottor Tullio Bernardini, alto funzionario di un ente locale, ma in realtà esperto in fotografia (come sua Maestà il Re). Qualche posa, altrettanti scatti e il risultato è pienamente all’altezza della fama del fotografo e dei vari componenti della scena: è una immagine splendida tanto da indurre il predetto cav. geom. Diomede Amodei fu Pasicrate a riprodurre la foto in una cartolina postale da inviare a parenti e amici.

 

La cartolina viaggia…

E così la cartolina – stampata in un certo numero di copie (cento forse, non più) – va in giro per il mondo, accolta con piacere, con curiosità, con noncuranza: per cui qualcuna viene conservata, qualche altra si perde in soffitta, tra le vecchie cose prima o poi da buttare, altre infine il tempo segna irrimediabilmente. È il destino degli uomini e delle cose: come dicono i poeti e le canzonette, il tempo cancella tutto, anche il ricordo. A volte però basta poco per percorrere a ritroso la strada del tempo, per ritrovarci di colpo in un passato, come in questo caso relativamente vicino eppure tanto lontano. Per Proust  era sufficiente  il sapore di un biscotto; per un cartofilo basta e avanza il ritrovamento fortuito di una rara cartolina d’epoca, anche se dal soggetto non del tutto inconsueto.

 

Era una moda la villa in cartolina

Erano soliti, infatti, i proprietari di ville e villini, urbani e suburbani, stampare cartoline con l’immagine della loro abitazione; del resto, scrivere cartoline (postali o illustrate) allora, contrariamente a oggi, era di moda, anche perché il costo era ridotto rispetto alla lettera: pochi centesimi di differenza, è vero, ma a quel tempo si era sparagnini. Anche a Macerata, quindi, borghesi e nobili seguirono questa moda, come ben dimostrano le varie cartoline presenti sul mercato con immagini di ville che spesso sono scomparse da tempo o sono state, in tutto o in parte, ristrutturate o ingloriosamente destinate ad altro scopo, come la famosa Villa Lauri di Montalbano, ridotta prima a dependance del Manicomio, poi a Sanatorio e ora in paziente attesa di cadere a pezzi.

 

Amodei futuro Sindaco di Macerata

Ecco quindi il motivo per cui questa immagine di Villa Amodei (ora Villa Cola, il bianco edificio che occhieggia tra gli alberi di alto fusto alla fine di viale Martiri della Libertà, presso Santa Croce) può dirsi abbastanza comune; così come non è rara la presenza di proprietari nell’immagine. A quanto risulta, è invece la prima volta che compare anche un’auto (e che auto!) in una cartolina di questo tipo; è da ricordare infine che Bernardini, nelle sue numerosissime foto, ha sempre presentato la nuda riproduzione dei luoghi e monumenti, senza personaggi di contorno. Ma ovviamente in questo caso ha fatto un’eccezione per un amico importante: da lì a poco, infatti, Amodei sarà Sindaco di Macerata e lo resterà per tutti gli anni della prima guerra, sino alla morte, avvenuta quando era ancora in carica.

 

I “Luoghi dell’amore”

“Luoghi dell’amore” li ha chiamati l’amico Gabor Bonifazi, parlando delle ville che un secolo fa punteggiavano gli angoli migliori della campagna e della periferia cittadina; e immagini come questa, anche se scolorite dagli anni, ci rimandano a un tempo certamente felice, almeno per coloro che vivevano in tali dimore. E ora, grazie alla cartofilia, torna dopo tanti anni lo straordinario spettacolo – fissato per sempre su un fragile cartoncino – di una bella giornata di sole a Macerata, con uno studente del Convitto Nazionale al volante di una splendida automobile e con due ragazze in fiore, biancovestite e con una pamela in testa, che rivolgono uno sguardo indifferente e annoiato a noi, spettatori indiscreti e un po’ gelosi di tanta bellezza.

Siriano Evangelisti

21 agosto 2018

 

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