Si torna a scuola ma i problemi sono tanti

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Lunedì 17 settembre suonerà nelle 232 istituzioni scolastiche marchigiane distribuite in 1308 sedi scolastiche (questa è la vastità del patrimonio edilizio scolastico) e per i 210.045 studenti la campanella d’inizio di un nuovo anno scolastico.

 

Studenti in calo

Dichiara la segretaria regionale della FLC-CGIL Lilli Gargamelli: “Il mio primo pensiero d’augurio lo rivolgo ai ragazzi e ai loro familiari; non posso, però, dimenticare  che, per la nostra regione, i dati statistici del MIUR dichiarano una diminuzione di alunni dal 2016 ad oggi di 9.428 studenti”. Un trend che accomuna la nostra regione ad altre del centro sud dove l’unico dato in crescita è purtroppo rappresentato dagli alunni con handicap (6.504)”.

 

L’effetto della diminuzione delle nascite

Continua Gargamelli: “Accanto a una sostanziale tenuta di iscritti alle superiori di 71.327 alunni che continuano a privilegiare la scelta scolastica per i licei 34.158 a  cui seguono i tecnici 21.968 e infine da ultimo i professionali 15.201, il forte calo di alunni lo registriamo nella scuola dell’infanzia e alla primaria” (ndr: questo ultimo è un dato importante che la politica dovrebbe prendere in considerazione per contrastare con opportuni provvedimenti la diminuzione delle nascite).

 

Studenti stranieri all’11%

È numericamente costante la presenza degli alunni stranieri nel triennio con una presenza  di 6.504 di iscritti nella secondaria di 2 grado, 4.868 in quella di primo grado, 8.043 nella scuola primaria e 3.622 nella scuola dell’infanzia (ndr. gli studenti stranieri sono arrivati all’11% delle popolazione studentesca), ma questi numeri non sono sufficienti a frenare il crollo delle iscrizioni che riguarda soprattutto la scuola dell’infanzia e la primaria, perché legato al crollo delle nascite.

 

Per la crisi economica molti rinunciano agli studi

La crisi economica  che ha colpito  la  regione ha conseguenze, naturalmente, anche nelle scelte e nei progetti di vita delle giovani coppie.

“Non nascono bambini e a ciò si somma il dato della dispersione scolastica – continua la segretaria – per cui perdiamo nel quinquennio nella scuola superiore il 17% degli iscritti perché rinunciano a conseguire il titolo di studi 1 studente su 4 circa”.

Questo comporta che su 232 autonomie scolastiche e 5 centri per l’educazione adulta 14 sono sottodimensionate cioè hanno meno di 600 alunni.

 

Ulteriori carenze: dirigenti, direttori e insegnanti

Accanto al calo demografico ci sono altri elementi che preoccupano il sindacato, la carenza strutturale dei Dirigenti scolatici (-58) che  significa un sovraccarico di lavoro perché hanno la responsabilità di 2 autonomie e ancor più grave è quella dei Direttori Amministrativi e in generale di tutto il personale ausiliario.

Altrettanto grave è la carenza di insegnanti il cui organico per il 2018/19 dovrebbe essere composto da 17.996 posti comuni e 557 di adeguamento che non ci sono e di altrettanti posti di docenti specializzati sul sostegno a oggi 2.609 a cui si dovrebbero aggiungere 1.564 posti in deroga perché l’organico consolidato per le Marche è di 4.173 (dato MIUR).

 

Assunzioni insufficienti

Se questi sono i numeri la realtà è ben diversa, le assunzioni  dei docenti che si sono realizzate entro il 31 agosto non sono state sufficienti, nè hanno soddisfatto le previsioni determinate dal decreto di assunzioni emanato dal governo, sia per carenza di personale nelle specifiche graduatorie concorsuali sia per un immotivato ritardo nella produzione delle graduatorie stesse.

I posti rimasti vacanti, in particolare quelli delle materie scientifiche e letterarie compreso quelli di sostegno verranno ricoperti come di consueto, oramai da alcuni anni, con docenti privi delle specifiche abilitazioni.

 

L’anno scolastico inizia in salita

“Come sindacato – conclude Gargamelli – operiamo tutti per ottenere organici adeguati. Inoltre, non  ci sono docenti da mettere in ruolo. Iniziamo l’anno scolastico in salita con le scuole che tenteranno di colmare i buchi cercando docenti e  personale ATA”.

La  scuola ha bisogno di attenzione, di programmazione, di cura, di una comunità che consideri l’investimento in istruzione una priorità  per lo sviluppo e non una perdita, a partire dalle realtà ancora provate dal sisma.

14 settembre 2018  

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