Appesa nella consunta cornice, nell’antico atelier della caccia (il negozio sul Corso principale di Macerata della premiata Ditta Olivio Luchetti ritrovo assiduamente frequentato dalla élite degli Amici cacciatori in spasmodica attesa del “passo”), chissà quante volte avrò veduto questa foto, un pochino invidiando quei Personaggi felici che facevano bella mostra di sé. Tempi sereni, si diceva una volta, di gente tranquilla, orgogliosa della propria gioventù e della passione vissuta all’aria aperta. Il Dottor Giovanni, figlio di Olivio, ora la rigira con cura fra le mani, rimirando quei visi, pronunciandone il nome: oltre a Olivio, al centro con la sua chioma fluente, ecco i due Tasso collocati agli estremi, e Fagiani, venditore di legnami e il Dottore Casali. Perché poi gliela avrò proprio adesso richiesta? Sono tutti passati, pure la caccia ora è quasi morente. Chi mai più ne ricorda? In un mondo appiattito senza stimoli e occasioni tutto corre senza meta verso un incerto futuro. Eppure vi trovo una strana attrazione, ignoro per un attimo il tempo e mi vedo con loro presente, impegnato a scattare la foto. È davvero uno strano momento. Il negozio è ormai chiuso e serrato. La doppietta ?: pur anch’essa obliata. Ma ritorna la voglia: calpestare quei prati ‘sì aperti, con i grossi e fidati scarponi; carezzando un bel po’ anche il cane; ammirare la lepre fuggente e la rapida starna laggiù. Grazie Olivio e a quel vecchio Casali che più tardi conobbi, appiccato sopra trespolo incerto, in attesa della preda che fu. Sono anch’io cacciatore – passato ? – e lo debbo di certo anche a Voi.
Giuseppe Sabbatini
17 settembre 2018