Vivevano in Germania ma venivano a morire nelle Marche…

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Dedichiamo questo articolo a personaggi che, secondo noi, hanno avuto a che fare con un luogo dove, prima del terremoto, si poteva ammirare un affresco che risulta essere la più antica immagine della Madonna di Loreto: l’Eremo di Valcora, presso Fiuminata. Qui “ambientiamo” una storia medievale, quella della principessa che il Manzoni chiamò Ermengarda, il cui vero nome era Desiderata Berterada.

 

Prima parte: il convento di “Brescia”

Il Re dei Longobardi, Desiderio e sua moglie la Regina Ansa, nativi di Brescia, una Brescia di cui oggi resta solo un toponimo: Fonte di Brescia, vicino Fiuminata; fanno qui costruire un monastero dedicato a San Salvatore, dove sarà badessa una delle loro figlie, Anselperga. I due sovrani hanno altri figli, tra i quali Liutberga, che sposa il duca Tassilone-Tasbuno, e Desiderata, che va in sposa nell’anno 770 a Carlo Magno re dei Franchi, ricevendo l’appellativo di Berterada, come le mogli dei suoi antenati, che significa qualcosa come “principessa luminosa moglie di…”, pure perché il matrimonio era stato voluto dalla suocera, Berterada di Laòn. Ma neanche un anno dopo, per motivi di cui non si parla apertamente, Carlo manda via Desiderata-Berterada da Aquisgrana, e la affida alla sorella badessa, nel convento di Brescia.

 

Seconda parte: la lapide di Falerio Picenus

Desiderata non sta bene, non traendo giovamento dall’aria di montagna, viene trasferita dall’altra sorella Liutperga, a Falerio Picenus, dove era duca-amministratore il cognato Tassilone/Tasbuno. Il luogo è più vicino al mare, con luoghi ricchi di acque curative, ma anche questo non aiuta la sfortunata principessa, che poco dopo, nel gennaio dell’anno 771, muore e viene sepolta nella chiesa (oggi non più esistente) di San Giovanni alle Piagge, vicino alla chiesa di San Paolino a Falerone, riusando un vecchio sarcofago in marmo pregiato. Il coperchio viene abraso e riscritto con un poetico epitaffio, realizzato di fretta, senza strumenti di precisione, dove si tiene a specificare che qui giace la figlia di Desiderio, sorella di Adelchi e nel tempo del duca Tasbuno-Tassilone. Non si nomina il marito, ma l’appartenenza alla famiglia reale carolingia la sottintende l’appellativo “Berterada” che viene conservato. Quindi Carlo Magno è probabile non l’abbia ripudiata, ma mandata nei luoghi della sua famiglia a curarsi, di una malattia che per l’onore e la dignità di tutti non verrà mai nominata. Carlo poco dopo sposerà Hildegarda.

 

Terza parte: il castello di Orbe

Carlo entra in guerra con Desiderio, ora non più suocero, e dopo averlo vinto, spedirà lui e la moglie Ansa in convento, a Corbie. Di fronte alla fonte di Brescia a Fiuminata ci sono ancora i ruderi del “Castello di Orbe” e nei pressi di Fonte di Brescia, c’è ciò che resta di un antico convento dedicato al SS. Crocifisso: l’eremo della Madonna di Valcora. Nel tempo e con i cambiamenti di potere si è cancellata la memoria di Berterada, con la sua tomba forse profanata, forse distrutta. Si è salvato il coperchio del sarcofago, che eraso nuovamente fu riusato come altare nella chiesa di San Paolino, poi  collocato sotto le logge del Monte di Pietà, e ora, finalmente, conservato nel Museo Archeologico di Falerone. Delle tombe di Ansa e Desiderio, non c’è più memoria né traccia, ma non è detto che non si trovino ancora sotto le fondamenta delle case, ora diroccate, costruite nel tempo sopra i resti del castello di Orbe, o riciclate magari come tavoli da giardino.

 

Perché, se stavano in Germania, venivano a morire nelle Marche?

Lo scritto è una ricostruzione ipotetica supportata dalle seguenti fonti: “Un monumento-documento storico importantissimo finora incompreso e oggi addirittura maltrattato” del professor Giovanni Rocchi; “II+II la storia dei popoli delle Marche” della professoressa Simonetta Torresi.

Ci teniamo a menzionare il ritrovamento, di cui resta oggi solo la testimonianza dei testimoni oculari e degli scritti di Mario Latini, di un’altra tomba regale: una moglie di Carlo Magno, forse Ildegarda, a Morrovalle. Se nelle Marche questi personaggi, secondo la storia ufficiale, ci sono stati qualche volta e per poco tempo perché vivevano altrove (Germania, Francia) come mai venivano a morire qui? Una cosa è certa, a differenza del resto d’Europa, nel centro Italia, ripetiamo per l’ennesima volta, ovunque si scavi esce fuori qualcosa, anzi, sono sufficienti tutti i reperti antichi in pietra presenti su ogni cucuzzolo e tutte le opere d’arte, come prova di una terra dal passato ricchissimo e continuativamente, densamente popolata.

Simonetta Borgiani

Eremo di Valcora ph Alberto Monti

20 settembre 2018

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