Darsi all’ippica? No, meglio le “ciclabili”… meno inquinanti

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Dopo la prossima tornata elettorale regionale crediamo che alcuni politici si daranno all’ippica… pardon… al ciclismo. Forse è questo il motivo per cui in Regione, utilizzando i fondi per il terremoto cercano da tempo in tutti i modi di realizzare una bella pista per bici. Ci hanno provato con 5milioni di euro dagli sms solidali per un percorso ciclabile, che partendo dall’abbazia di Fiastra sarebbe dovuto andare verso Sarnano. Una bella idea, magari da realizzare in altri tempi, quando i soldi destinati a rimettere in sesto i paesi distrutti saranno stati spesi e l’attività di accoglienza turistica si sarà rimessa in moto. Le proteste si elevarono alte e il progetto non fu abbandonato ma, come accade quando una cosa si deve fare per forza, fu semplicemente accantonato, in attesa che fosse passata la buriana. Poi ci hanno riprovato e, per rifarsi del tempo che gli hanno fatto perdere, hanno alzato la posta raddoppiandola: 10milioni di euro. Peccato, perché con quei soldi si potrebbero mettere in sicurezza le strade delle zone soggette ai terremoti, evidentemente una necessità prioritaria rispetto a una pista per mezzi  non inquinanti. In Regione hanno in progetto di dotare le Marche di piste ciclabili e lo fanno, secondo noi, usando in modo improprio fondi europei. Che importa se la ricostruzione a due anni dal sisma ancora deve ripartire, se tante persone rimaste senza casa ancora stanno in albergo, se le casette di cartone danno problemi, se lo smaltimento delle macerie è lento, se… se… e ancora se. Dice un vecchio e saggio adagio delle nostre campagne: ‘gni cósa a tembu sua. Cioè c’è un tempo adatto per la semina, per il raccolto, e per realizzare una pista ciclabile. Ma… quando sono in scadenza di mandato si spicciano per fare ospedali unici provinciali e pure piste ciclabili.

Fernando Pallocchini

9 marzo 2019           

 

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